Variante Delta più diffusa del previsto: le regioni a rischio
La variante Delta potrebbe essere molto più diffusa del previsto, considerando le percentuali stimate e quelle emerse dal sequenziamento dei campioni
Il nuovo monitoraggio della Fondazione Gimbe, quello della settimana tra il 9 e il 15 giugno, descrive un aumento di rischio in alcune regioni italiane per la diffusione della variante Delta, prima conosciuta come variante indiana. Dalle stime di prevalenza dei diversi ceppi di coronavirus tra i positivi, la media nazionale sarebbe quella dell’1%, con picchi oltre il 3% in alcuni territori.
La diffusione maggiore della variante Delta si registra nel Lazio, dove si stima che il 3,4% dei positivi abbia contratto questo ceppo, in Sardegna, con il 2,9% e in Lombardia, con il 2,5%.
Proprio a Milano un focolaio del virus mutato è scoppiato in una palestra Virgin Active Italia nel quartiere Città Studi. Un altro cluster è invece stato rilevato nella città di Brindisi, segno che la variante ha raggiunto anche luoghi molto lontani tra loro.
Incidenza della variante Delta: sottostimata in Italia?
Dai sequenziamenti sui campioni raccolti dal 19 maggio al 16 giugno, viene evidenziato dal rapporto della Fondazione Gimbe, 57 sequenze su 881 appartenenevano alla variante Delta. Si tratta del 6,5%, e dunque le stime potrebbero essere al ribasso e il ceppo più diffuso di quanto si pensi.
“Da 13 settimane consecutive si registra una discesa dei nuovi casi settimanali”, ha dichiarato Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, come riporta Il Messaggero. “La costante riduzione del rapporto tra positivi e casi testati attesta una ridotta circolazione del coronavirus”.
Tuttavia “la progressiva diminuzione dell’attività di testing sottostima il numero dei nuovi casi e documenta la mancata ripresa del tracciamento dei contatti, fondamentale in questa fase della pandemia”, ha sottolineato.
“Nelle ultime cinque settimane, infatti, il numero di persone testate si è ridotto del 31,5%, scendendo da 3.247.816 a 2.223.782, con una media nazionale di 132 persone testate al giorno ogni 100 mila abitanti e rilevanti e ingiustificate differenze regionali“, viene rilevato nel monitoraggio indipendente.
Perché la variante Delta è considerata più pericoosa
La variante Delta è considerata più pericolosa per la sua capacità di aggirare le difese create dal vaccino anti Covid. Secondo le autorità sanitarie inglesi, riporta Il Messaggero, una singola dose di preparato avrebbe un’efficacia del 33% contro questo ceppo.
Gli ultimi studi evidenzierebbero tuttavia che il farmaco di Pfizer e BioNTech dovrebbe prevenire l’ospedalizzazione nel 96% dei casi e quello di AstraZeneca nel 92% dei casi.