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Variante Covid e vaccino, tra ipotesi e certezze: parla Palù

Giorgio Palù ha chiarito tutti i dubbi circa la nuova variante inglese e le sue conseguenze sulla pandemia e la campagna vaccinale anti-Covid

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

Il V-Day europeo si avvicina. Il 27 dicembre partirà la grande campagna vaccinale dopo l’ok dell’Ema e il conseguente via libera dell’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco. Il presidente Giorgio Palù, in un’intervista del Corriere della Sera, ha chiarito alcuni punti su cui molti si stanno interrogando in queste ore.

La nuova variante Covid e l’efficacia del vaccino

Dopo l’annuncio di una variante di coronavirus individuata in Gran Bretagna, che secondo gli esperti si diffonde più velocemente, il pensiero è subito corso alle ripercussioni sui vaccini in arrivo: saranno efficaci contro il virus mutato? Giorgio Palù, su questo punto, è sicuro: l’arrivo in Italia della variante inglese “non deve allarmare e soprattutto non deve mettere in dubbio l’efficacia dei vaccini”.

“Non lo dico per indorare la pillola – ha rassicurato Palù – i dati preliminari provenienti da diversi gruppi di ricerca vanno in questa direzione. Non c’è motivo di preoccuparsi”.

Palù ha inoltre indagato le conseguenze di questo ceppo e della sua comparsa nel nostro Paese, precisando che “ha un vantaggio selettivo rispetto ad altri ceppi che già circolavano e si sta imponendo per capacità di infettare e trasmettersi”. La variante è stata individuata per la prima volta a settembre in Gran Bretagna, divenendo quella più diffusa nel Paese, e Palù non ha escluso che si trovasse già a settembre anche in Italia.

Tra le ipotesi, infatti, c’è anche quella che sia stata proprio questa variante più contagiosa ad aver scatenato la seconda ondata di Covid-19, soprattutto in alcune regioni d’Italia: ad esempio in Veneto, ha osservato Palù, “la curva epidemica somiglia a quella britannica”.

Le caratteristiche della nuova variante Covid inglese

Quanto alle caratteristiche di questa variante, Palù ha spiegato che dalle analisi preliminari sembrerebbe che “sia più infettante e contagiosa anche per i giovani, ma mancano le prove”. Poi il virologo ha precisato che lo scopo di ogni virus è quello di riprodursi, ma senza arrivare ad uccidere l’ospite altrimenti morirebbe con lui e la catena di diffusione si interromperebbe.

Sul tasso di mortalità, Palù ha assicurato che è rimasto uguale: la nuova variante non sembra essere quindi più aggressiva.

Com’è nata la variante inglese

Un aspetto interessante riguarda l’origine di questa nuova variante: l’ipotesi di Palù è che il virus abbia avuto la libertà di replicarsi all’interno di un organismo che non gli ha opposto resistenza, ad esempio quello di una persona immunodepressa. Questo avrebbe permesso al virus di resistere a lungo e di concentrarsi solo sulla sua replicazione, agendo indisturbato.

Ipotesi e certezze sull’efficacia del vaccino. Il futuro della pandemia

Tornando sull’efficacia del vaccino, i timori che si erano sollevati inizialmente riguardavano il fatto che la nuova variante presenta delle mutazioni riguardanti la proteina Spike, cioè quella utilizzata dal virus per invadere le cellule umane e anche dai vaccini per neutralizzarlo; ma Palù ha spiegato che gli anticorpi prodotti grazie al vaccino sembrerebbero bloccare anche questa variante.

Palù si è quindi soffermato sull’immunità sterilizzante che potrebbe indurre il vaccino, ovvero la capacità di proteggere l’individuo dall’infezione e allo stesso tempo di renderlo non contagioso: “Tutti i vaccini con alta efficacia, e questi lo sono al 95%, solitamente producono immunità sterilizzante il che equivale a protezione totale da malattia e infezione, con mancata possibilità di trasmissione tra individui. Le aziende stanno approfondendo studi per dimostrarlo con i dati”.

Quanto al futuro della pandemia di Covid-19, Palù ha ricordato che ogni pandemia osservata nella storia dell’umanità non è durata più di due anni dal suo scoppio: questo perché il virus tende ad adattarsi all’uomo senza avere conseguenze letali, e a sua volta l’uomo sviluppa naturalmente i suoi sistemi di difesa.

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