Vaiolo delle scimmie, sintomi e cosa fare: Antonella Viola fa chiarezza e svela due "ottime notizie"
Antonella Viola ha fatto chiarezza sulla procedura da seguire nel caso in cui un soggetto dovesse manifestare i sintomi del vaiolo delle scimmie
Mentre continuano a salire i casi di vaiolo delle scimmie in Italia (all’Istituto Spallanzani di Roma è stato preso in carico il sesto caso, come annunciato dall’assessore alla Sanità della Regione Lazio Alessio D’Amato), regna ancora incertezza sulle procedure da adottare nel caso in cui un soggetto dovesse manifestare i sintomi di questa particolare infezione.
La direttrice scientifica dell’Istituto di Ricerca Pediatrica Città della Speranza a Padova, Antonella Viola, ha fatto chiarezza in tal senso dalle pagine de ‘La Stampa’.
Vaiolo delle scimmie: cosa fare in caso di sintomi
In un articolo che reca la sua firma, Antonella Viola ha raccomandato di “rivolgersi al medico se si pensa di aver avuto dei contatti con persone infette o se compaiono i sintomi tipici: rash cutaneo associato a mal di testa, febbre alta, dolori muscolari o linfonodi ingrossati“.
Antonella Viola.
Vaiolo delle scimmie: le “ottime notizie”
L’esperta ha anche tenuto a precisare che “le prime sequenze, provenienti da Portogallo, Belgio (da confermare), Stati Uniti d’America e Germania, non mostrano segni di cambiamento significativo rispetto alle sequenze del 2018″.
Ciò, ha spiegato Antonella Viola, significa che “il virus sembra essere più o meno lo stesso e, quindi, ci si aspetta che anche le sue caratteristiche di scarsa trasmissibilità siano immutate”.
L’immunologa ha annunciato anche un'”altra ottima notizia”: “si tratta del ceppo occidentale, meno aggressivo anche da un punto di vista clinico”.
Vaiolo delle scimmie: l'”anomalia che deve far riflettere”
Antonella Viola ha sottolineato, però, un'”anomalia che deve far riflettere”. L’esperta ha spiegato che il virus circola “esclusivamente tra giovani uomini, per lo più tra i 20 e i 40 anni di età”. E ha aggiunto: “Poiché la contagiosità del virus è indipendente dal genere, se il virus si stesse diffondendo per una sua aumentata trasmissibilità dovremmo avere un numero di contagi paragonabile tra uomini e donne. Questa anomalia ci deve far riflettere“.
L’esperta ha infine dedicato un messaggio a chi si occupa di salute globale: “Questi casi sono un importante campanello d’allarme perché confermano quanto la comunità scientifica sostiene da tempo: col calo dell’immunità anti-vaiolo umano, il vaiolo delle scimmie rappresenta una zoonosi pericolosa che bisogna assolutamente prevenire”.