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Vaiolo delle scimmie, chi deve fare il vaccino e i rischi delle varianti: intervista a Fabrizio Pregliasco

Quali sono i reali rischi correlati al vaiolo delle scimmie: l'intervista al virologo Fabrizio Pregliasco, dopo la circolare del ministero della Salute

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Il vaiolo delle scimmie continua a rimanere un sorvegliato speciale, soprattutto dopo che l’Organizzazione mondiale della sanità ha dichiarato lo stato di “emergenza di salute pubblica internazionale”. In Italia la buona notizia è che non si segnalano “casi di clade I”, cioè la famiglia a cui appartiene la nuova variante del virus Mpox. A riferirlo è stato il ministero della Salute, che ha diramato una circolare tramite il Dipartimento della prevenzione, della ricerca e delle emergenze sanitarie. Restano, però, alcune raccomandazioni importanti, che riguardano i viaggiatori durante questa seconda parte dell’estate.

Le raccomandazioni per i viaggiatori

Come si legge nel documento, “si raccomanda di sconsigliare” ai viaggiatori “la partecipazione ad eventi con assembramenti nei Paesi con focolai confermati di” virus Mpox clade I. “Si raccomanda di sensibilizzare i viaggiatori diretti in Paesi con focolai confermati di infezione” da virus Mpox “clade I in merito al rischio di contrarre la malattia, fornendo loro informazioni pertinenti per proteggere sé stessi e gli altri prima, durante e dopo il viaggio”. Proprio su questo fronte, sono le stesse autorità sanitarie a ricordare la possibilità di vaccinarsi.

I vaccini: dove e come

“Il vaccino Mva-Bn al momento utilizzabile in Italia” per Mpox “è Imvanex* – si legge nella circolare – con modalità di somministrazione sottocutanea, che, come da nota”, “il ministero della Salute ha messo a disposizione delle Regioni/Province autonome”. “L’eventuale aggiornamento delle indicazioni” sulle vaccinazioni, si informa, “sarà fornito sulla base dell’evoluzione epidemiologica”. Il ministero della Salute ha comunque predisposto, in linea con le raccomandazioni del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, uno spazio apposito dedicato al vaiolo delle scimmie sul proprio portale istituzionale, che contiene il bollettino mensile, una scheda informativa sul virus e informazioni più dettagliate anche sul vaccino. Ma chi ne ha più bisogno? Come riconoscere la malattia? Che precauzioni sono necessarie e quando?

Il virologo Fabrizio Pregliasco Fonte foto: ANSA

Il virologo Fabrizio Pregliasco.

L’intervista a Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università degli Studi di Milano

Professore, tra le raccomandazioni principali appena diramate dal Ministero c’è quella di evitare gli affollamenti nei luoghi a rischio. Quali sono e perché?

“Intanto va chiarito che questa patologia è ormai chiamata Mpox perché, mentre inizialmente si trasmetteva con il contatto con animali, con le varianti degli ultimi anni ha aumentato la sua pericolosità e diffusione perché si trasmette tramite contatti diretti interumani o tramite oggetti contaminati come ad esempio lenzuola, indumenti, stoviglie, eccetera”.

Quali sono, quindi, le zone più pericolose che andrebbero evitate o dove recarsi con prudenza?

“La diffusione più ampia riguarda la Repubblica democratica del Congo e altre 8 nazioni confinanti. La circolare appena emanata, quindi, deve essere un invito a non andare in quei paesi adottando atteggiamenti imprudenti. Dal 2022 ci sono casi anche in Europa, tramite la variante Clade 2, ma non sono così numerosi. In Italia sono poco più di 1.000, collegati per lo più a persone che sono arrivate da quelle zone e con un epicentro per la diffusione recente della patologia in occasione di un party alle Canarie, che ha interessato soprattutto di uomini che fanno sesso con uomini, anche perché statisticamente si tratta di persone pluri-partner”.

In effetti, secondo le rilevazioni ufficiali in Italia si tratta soprattutto di uomini (solo 16 le donne) e di età media di 37 anni. A livello geografico il numero maggiore riguarda la Lombardia (441 casi), seguita da Lazio (169), Emilia Romagna (97), Veneto (77), Campania (48), Toscana (67), Piemonte (41), Liguria (31), Puglia (21), Friuli Venezia Giulia (20), Sicilia (17) Marche (10), Abruzzo (5), Sardegna (6), Trento (3), Bolzano (2), Umbria (1). Come interpretare questi numeri?

“Sono rilevazioni che riguardano naturalmente il Clade 2, mentre al momento è in circolazione anche il Clade 1, ossia la nuova variante, con maggiore capacità di contagio e maggiormente aggressiva perché, come abbiamo imparato col Covid, i virus si modificano. Fortunatamente questo lo fa meno. Oggi in Italia c’è dunque ancora quello meno contagioso. Diciamo che la distribuzione dei casi ha a che fare soprattutto con la proporzione alla popolazione (questo spiega perché la Lombardia ne abbia di più) e con i comportamenti”.

Cosa si rischia e come prevenire?

“La malattia ha un tempo di incubazione 6-14 giorni, massimo 21. In genere si risolve in 2-4 settimane. Le complicanze sono rare e sono rappresentate da broncopolmonite, nausea, vomito e in rarissimi casi anche encefalite. In percentuali irrisorie e non nel nostro Paese ha dato anche cicatrici corneali e potenziale cecità. Inizia con febbre e linfonodi ingrossati, quindi è un po’ aspecifica. Ma poi compaiono le macule, che diventano vescicole e pustole, diffuse soprattutto sui palmi di mani e piedi, per poi distribuirsi anche su altre parti del corpo e soprattutto nell’area dei genitali e nella regione perianale. Sono proprio le vescicole che contagiano perché sono piene di virus: è chiaro che in caso di sesso o anche se si dorme nello stesso letto è più facile che si rompano. In passato si contagiavano anche più bambini per contagi familiari in un contesto di basso livello igienico e perché era una zoonosi, che si trasmetteva tramite animali, in particolare alcuni roditori”.

A chi può essere utile il vaccino?

“Va premesso che non se ne dispone in quantità industriali, ma è stato aggiornato e comunque c’è. L’allerta dell’Oms serve proprio a sensibilizzare sul problema, soprattutto nel finanziamento di campagne di informazione e per la maggiore distribuzione del vaccino nei territori interessati, come il Congo dove appunto ci sono 14mila casi (sottostimati) con 500 morti. In Italia è suggerito per i soggetti che vanno in zone a rischio e hanno comportamenti a rischio, ma anche per gli operatori sanitari che lavorano in contesti particolari. Ne sono somministrate due dosi a distanza di un mese, ma se si è ricevuto l’antivaiolo ne basta una che fa da richiamo alla precedente”.

In Italia, al momento e secondo i dati del Ministero aggiornati all’8 agosto “non risultano segnalati casi di Clade 1”, il ceppo a cui appartiene la nuova variante del virus, che è ritenuta più pericolosa. Sono però 1056 i casi confermati di Mpox, 262 dei quali collegati a viaggi all’estero. Si può essere moderatamente ottimisti?

“Sì. Questo non esclude che possano arrivare casi importati di Clade 1, visto che ce ne sono già uno in Svezia e uno in Pakistan, per esempio, esattamente come è accaduto in occasione del Covid. Diciamo che quello dell’Oms non vuole essere allarmismo, quanto un richiamo su una situazione che potrebbe peggiorare. Occorre, quindi, aumentate la sorveglianza, specie in quei luoghi a rischio, in modo da evitare che la malattia si diffonda in modo preoccupante”.

“A partire dal 20 maggio 2022 (data della prima segnalazione del primo caso di Mpox in Italia) all’8 agosto 2024 sono stati segnalati complessivamente 1.056 casi confermati di Mpox – fa il punto il ministero – la maggior parte dei quali si è verificata nell’estate del 2022. Dal primo gennaio all’8 agosto 2024 sono stati segnalati da 12 regioni 65 casi confermati. Tutti i casi sono riferiti a infezioni avvenute nel 2023 e nei primi mesi dell’anno in corso, nessun nuovo caso è riferibile al mese di agosto”, si legge nella circolare.

Vaiolo delle scimmie Fabrizio Pregliasco Fonte foto: IPA
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