Vaccino eVax, una scossa contro le varianti: nuova scoperta
Il Vaccino italiano eVax, che si somministra con una scarica elettrica, offre una protezione contro le varianti: gli ultimi dati
Tra i vaccini anti Covid in via di sperimentazione ce n’è uno diverso da tutti gli altri: si tratta dell’italiano eVax, che si somministra con uno stimolo elettrico. Prodotto dalle aziende Takis e Rottapharm Biotech, il nuovo vaccino sarebbe in grado di proteggere anche dalle varianti, come indicano gli ultimi dati diffusi.
Nuova scoperta sul vaccino eVax: “Protegge contro le varianti”
A scoprire che il vaccino eVax protegge contro le varianti sono stati gli studi preclinici, condotti su topi modificati in modo da avere lo stesso recettore Ace umano utilizzato dal virus per invadere le cellule. I dati sono online sul sito BioRxiv, che accoglie i lavori non ancora sottoposto al vaglio della comunità scientifica.
“I dati ottenuti nel modello di topo hACE2, che ha lo stesso recettore dell’uomo e sviluppa una patologia simile, mostrano la protezione dal virus e l’assenza di sintomi respiratori ed effetti clinici dovuti all’infezione da SarsCov2″, ha spiegato all’Ansa Matteo Iannacone, dell’Ospedale San Raffaele di Milano e docente dell’Università Vita-Salute.
Cos’è e come funziona il vaccino eVax con la “scossa”
La tecnica usata dal vaccino prodotto in Italia è quella dell’elettroporazione, che permette il passaggio del Dna nelle cellule utilizzando brevi stimoli elettrici, sviluppata grazie alla collaborazione con un’altra azienda italiana, l’Igea di Carpi (Modena).
Tra i vantaggi del vaccino, come rilevano in una nota le due aziende, c’è quello di essere “economico, non ha bisogno di complesse formulazioni, può essere prodotto in larga scala e non ha necessità della catena del freddo”.
Infine, una tecnologia analoga si sta sperimentando anche in ambito veterinario, come ha spiegato all’Ansa Antonella Conforti, direttore della Evvivax: “Il SarsCoV2 è infatti in grado di infettare diverse specie animali ed è importante prevenire l’insorgenza di nuove varianti con la vaccinazione, ove possibile”.