Vaccino Covid, la tesi del leghista: "Un lombardo vale di più"

“Se si ammala un lombardo vale di più che se si ammala una persona di un’altra parte d’Italia”. Lo ha detto Angelo Ciocca, europarlamentare pavese della Lega, intervenendo alla trasmissione “Lombardia nera” sulla tv locale Antenna 3 e parlando del piano di distribuzione dei vaccini anti Covid. La tesi del leghista è che si debba valutare anche l’aspetto economico nel decidere quante dosi di vaccino assegnare a ogni regione.

L’ipotesi che la Lombardia possa avere un numero di vaccini non commisurato alla popolazione rispetto al Lazio “è possibile – ha detto – se qualcuno vuole fare politica sulla salute della gente, se qualcuno pensa di fare clientelismo territoriale”.

“I fattori che devono portare alla distribuzione del vaccino – ha detto Ciocca – devono essere il numero di abitanti, una proporzione fra quanti abitanti ho e quanti vaccini. Non è pensabile che la Lombardia che ha il doppio degli abitanti del Lazio possa ricevere meno vaccini”.

Stando ai dati resi noti dal commissario straordinario Domenico Arcuri, nella prima tornata la Lombardia riceverà 304.955 dosi del vaccino Pfizer, il Lazio 179.818.

“Poi – ha aggiunto il leghista –  bisogna valutare quanto l’importanza economica del territorio. La Lombardia, è un dato di fatto, è il motore di tutto il Paese. Quindi se si ammala un lombardo vale di più che se si ammala una persona di un’altra parte d’Italia”.

“Addirittura?”, ha replicato il conduttore Marco Oliva. “Sì – ha risposto Ciocca – è un dato di fatto. Se si ammala un lombardo, economicamente, da imprenditori, vale di più rispetto a un laziale“.

“Sulla salute non si può fare politica, ma bisogna fare anche un ragionamento economico per il Paese perché purtroppo, è un dato di fatto, un cittadino lombardo paga più tasse rispetto un cittadino laziale”, ha concluso l’eurodeputato.