Vaccino Covid, l'errore da evitare per Burioni: "Inaccettabile"
Roberto Burioni è tornato a parlare del vaccino anti Covid e ha detto la sua sulla suddivisione dell'Italia in differenti zone di rischio
Roberto Burioni, docente all’università Vita-Salute San Raffaele di Milano, è tornato a parlare del vaccino anti Covid. Su ‘Twitter’ l’esperto ha commentato così la notizia del possibile ok dell’Ema alla commercializzazione nell’Unione Europea dei vaccini anti Covid nella seconda metà di dicembre 2020: “Se ok EMA a dicembre il giorno dopo devono cominciare le vaccinazioni, senza fermarsi neanche a Natale e Capodanno. Chi ha orecchie per intendere intenda. Ritardi burocratici significherebbero morti evitabili. Non sarebbe accettabile“.
Il professore ha parlato del vaccino anti Covid anche nel corso di un’intervista concessa a ‘La Stampa’: “Se le promesse saranno mantenute e tutti ci vacciniamo, tra non molto il Covid-19 avrà fatto la fine della poliomielite. Ma dobbiamo vaccinarci tutti“.
Zona rossa, Burioni: “Scelta politica”. La sua spiegazione
Sempre nel corso dell’intervista a ‘La Stampa’, Burioni ha anche espresso il suo pensiero sulla suddivisione dell’Italia in differenti zone di rischio: “Non conosco bene i parametri su cui vengono prese queste decisioni. Anche io resto piuttosto interdetto dal fatto che quei dati possano essere valutati in maniera così diversa, all’opposto”.
Poi ha aggiunto: “L’ho sempre detto: certe decisioni sono politiche. E non si può chiedere alla scienza di sostituirsi alla politica”.
L’esperto ha spiegato: “La scienza offre i suoi dati e le sue risultanze, poi le scelte concrete sono della politica”.
E ancora: “Il compito dello scienziato è fornire dati, osservazioni, rilevazioni il più corrette possibile. Poi è la politica che sceglie come darne applicazione pratica, per ciò che in ogni specifica situazione ritiene essere il grado di sicurezza da offrire ai suoi cittadini. Anche le valutazioni sulle ‘zone’ sono, in qualche modo, politiche“.