Vaccino contro il fuoco di Sant'Antonio può ridurre il rischio di demenza: il nuovo studio sull'herpes zoster
Un recente studio indica che il vaccino contro l'herpes zoster o fuoco di Sant'Antonio può ridurre i rischi di demenza
Per quanto sappiamo, non ci sarebbero relazioni tra la demenza e l’herpes zoster, più noto comunemente come fuoco di Sant’Antonio. Eppure un recente studio sul nuovo vaccino contro l’herpes zoster mostra che la vaccinazione può ridurre il rischio di demenza.
- Il vaccino contro l'herpes zoster può ridurre il rischio di demenza
- Lo studio sul vaccino contro il fuoco di Sant'Antonio
- Cos'è l'herpes zoster
Il vaccino contro l’herpes zoster può ridurre il rischio di demenza
Lo studio sul nuovo vaccino contro il fuoco di Sant’Antonio, pubblicato su Nature Medicine, è stato realizzato dai ricercatori dell’Università di Oxford su oltre 200.000 persone. E ha rilevato una riduzione del 17% delle diagnosi di demenza nei sei anni successivi alla vaccinazione contro l’herpes zoster.
Già dopo l’introduzione del primo vaccino (Zostavax) nel 2006, diversi studi hanno suggerito una riduzione del rischio di demenza nelle persone vaccinate.
Ora sono arrivati i risultati dello studio condotto sul nuovo e più efficace vaccino introdotto per prevenire l’herpes zoster, Shingrix, prodotto con la tecnologia del DNA ricombinante.
In molti Paesi, tra cui Regno Unito e Stati Uniti, il primo vaccino Zostavax è stato sostituito da diversi anni dal più efficace Shingrix (disponibile dal 2021 in Italia).
Lo studio sul vaccino contro il fuoco di Sant’Antonio
La ricerca dell’Università di Oxford ha preso in esame le cartelle cliniche di oltre 200 mila pazienti negli Usa, dove nel 2017 c’è stato il passaggio tra Zostavax e Shingrix. Ciò ha permesso ai ricercatori di confrontare il rischio di demenza nei sei anni successivi in diversi gruppi di persone.
Dallo studio è emerso che con Shingrix c’è un rischio di demenza inferiore del 17% rispetto a Zostavax e del 23-27% rispetto a chi aveva ricevuto altri vaccini (influenza, tetano, difterite e pertosse).
Lo studio apre a nuovi interrogativi ancora senza risposta, a partire proprio dal perché il vaccino abbia questo effetto sulla demenza. Al momento sono state formulate solo delle ipotesi ancora tutte da verificare, due le più verosimili.
Secondo la prima, il virus dell’herpes zoster potrebbe aumentare il rischio di demenza, quindi l’azione del vaccino andrebbe a contrastare questo effetto.
Secondo l’altra ipotesi, il vaccino contiene delle sostanze chimiche che potrebbero avere anche degli effetti benefici sulla salute del cervello.
Cos’è l’herpes zoster
Il fuoco di Sant’Antonio è causato dal virus herpes zoster che può manifestarsi in persone che in precedenza hanno avuto la varicella.
Anche se dalla varicella in genere si guarisce senza particolari problemi, il virus non viene eliminato dall’organismo ma resta, latente e nascosto, all’interno del sistema nervoso.
A causa del calo delle difese immunitarie, per l’età avanzata o per altra malattia, il virus può risvegliarsi dando luogo al fuoco di Sant’Antonio, le cui principali manifestazioni sono malessere e febbre, dolore acuto nell’area coperta dal nervo interessato e rash cutaneo.
L’herpes zoster è più comune dopo i 50 anni e il rischio di sviluppare la malattia aumenta sensibilmente con l’avanzare dell’età. Per questo in Italia la vaccinazione gratuita contro l’herpes zoster è raccomandata a tutte le persone sopra i 65 anni.