Vaccini Covid, i numeri delle reazioni avverse: il report Aifa
L'Agenzia italiana del farmaco ha reso noti i numeri delle reazioni avverse registrate sulle somministrazione dei vaccini anti-Covid
Le segnalazioni di reazioni avverse ai vaccini contro il Covid-19 in Italia arrivate tramite la Rete nazionale di farmacovigilanza Aifa sono 729 ogni 100mila dosi somministrate. Come riportato da Adnkronos, l’Agenzia italiana del farmaco al 26 febbraio ha registrato e analizzato in totale 30.015 segnalazioni su 4.118.277 iniezioni effettuate con i preparati di tutte e tre le case farmaceutiche.
Il rapporto è il secondo dall’inizio della campagna vaccinale e rivela che la maggior parte degli eventi avversi registrati per tutti i vaccini, il 93,6%, sono di lieve entità e “in linea con le informazioni già presenti nel riassunto delle caratteristiche del prodotto dei vaccini” ovvero: febbre, cefalee, dolori muscolari e articolari, dolore in sede di iniezione, brividi e nausea
Le segnalazioni di reazioni gravi corrispondono al 6,1% del totale, con un rapporto di 44 ogni 100mila iniezioni, senza differenza tra marca del vaccino e dose somministrata. Gli eventi segnalati sono emersi in misura maggiore, nell’87% dei casi, il giorno stesso o quello successivo della vaccinazione.
In particolare, nel 96% dei casi gli effetti collaterali hanno riguardato il vaccino Pfizer/BionTech, utilizzato in quantità maggiore, e negli eventi restanti quello di Moderna (1%) e di AstraZeneca nel 3% delle segnalazioni.
Il dato è aggiornato a prima della sospensione temporanea in tutta Italia da parte dell’Aifa del farmaco di AstraZeneca, sulla quale è attesa il parere dell’Ema.
Il tasso di segnalazione risulterebbe, secondo quanto scrive Aifa, “più elevato di quello che abitualmente si osserva per altre vaccinazioni, per esempio quella antinfluenzale, ma coerente con i risultati degli studi clinici e indicativo della speciale attenzione dedicata a questa vaccinazione”. L’età media delle persone che ha segnalato reazioni avverse è di 46 anni coerente con l’età media dei vaccinati, in gran parte operatori sanitari.