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Ucraina, da verdi a nere: come sono cambiate le rane dopo il disastro di Chernobyl

Secondo uno studio svedese la mutazione sarebbe uno degli effetti delle radiazioni sull'ambiente nella zona dell'incidente nucleare

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Le radiazioni emanate dall’esplosione della centrale di Chernobyl hanno fatto diventare le rane della zona di colore nero. Si tratterebbe di uno degli effetti più evidenti degli effetti del disastro nucleare sull’ambiente circostante, una mutazione delle raganelle orientali rilevata da uno studio dei ricercatori svedesi di Uppsala, riportato da Repubblica, che avrebbe aiutato la specie a sopravvivere in tutti questi anni.

La fauna nell’area di Chernobyl

Dall’esplosione del reattore 4 nel 1986, i dintorni della centrale sono stati abbandonata e la città ucraina di Pripyat è diventata un’area fantasma, consentendo alla natura di riprendere possesso di tutta la “zona di esclusione”.

Molti animali a rischio di estinzione, come ad esempio linci, lupi, il bisonte europeo e il cavallo di Przewalski, hanno approfittato dell’assenza di segni di civiltà per decenni per ripopolare la propria specie in un ambiente reso ostile per l’uomo dalle radiazioni.

Come altre sostanze tossiche, le emissioni di natura nucleare comportano modifiche del materiale genetico degli esseri viventi che le subiscono e portano a un aumento rilevante della loro mortalità.

Per questo gli organismi si adattano attraverso diversi meccanismi, come la capacità di riparare il DNA danneggiato o il ricorso alla pigmentazione: la melanina, riduce gli effetti delle radiazioni ultraviolette, fa da scudo alle radiazioni ionizzanti e aiuta a disperdere parte della loro energia.

La mutazione

Secondo gli scienziati del Dipartimento di Ecologia e Genetica del Centro di Biologia Evolutiva di Uppsala, proprio i pigmenti responsabili dell’inscurimento della pelle sarebbero intervenuti nelle rane come fattore selettivo decisivo per la loro sopravvivenza.

Nel processo evolutivo, le raganelle orientali più scure presenti a Chernobyl al momento del disastro sono riuscite a sopravvivere alle radiazioni proprio grazie alla pigmentazione della pelle e per questo si sono potute riprodurre con maggiore successo.

Lo studio

Come spiegato dagli autori dello studio, nel caso di questa specie, particolarmente sensibile alle radiazioni sia di terra che di acqua, la pigmentazione scura viene generata dai melanofori, le cellule che contengono i coloranti, che producono eumelanina, una forma di melanina che protegge il DNA e che, a differenza di altre, non consuma preziosi antiossidanti quando viene sintetizzata.

Questo spiegherebbe la presenza in quantità di esemplari con colorazione via via più scura nell’area attorno alla centrale nucleare esplosa nel 1986.

rane-nere-chernobyl Fonte foto: Wiley Online Library
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