Uccisero Fernanda Cocchi dopo averla colpita con un ferro da stiro a Milano: in due condannati all'ergastolo
La Corte d'Assise di Milano ha stabilito il carcere a vita per i due assassini dell'ex sarta, colpita a morte durante una rapina
Sono stati condannati all’ergastolo i due assassini di Fernanda Cocchi, la 90enne picchiata a morte a Milano nell’ottobre 2021. La Corte d’Assise del capoluogo meneghino ha stabilito la massima pena per Mario Abraham Calero Ramirez, 45 anni e Carlos Gabriel Velasco, 23 anni, responsabili dell’omicidio dell’ex sarta durante la rapina nel suo appartamento, Lo riporta ‘Ansa’.
L’omicidio
Secondo quanto accertato al processo, i due malviventi avevano colpito a morte l’anziana non vedente dopo essersi introdotti nell’abitazione di via Ponte Seveso, non lontano dalla stazione Centrale, per derubarla.
Un’immagine del portone del palazzo di via Ponte Seveso dove è stata uccisa Fernanda Cocchi
Il bottino portato via dall’appartamento della 90enne comprendeva un paio collanine, un orologio, un anello e alcune banconote, per un totale di circa 300 euro. Dopo essersi allontanati, Calero e Velasco avrebbero anche tentato di dare fuoco al trilocale di 80 metri quadri.
I due sono stati individuati e arrestati mentre rivendevano la refurtiva in un ‘Compro oro’.
La condanna
La Corte d’Assise di Milano, presieduta dal giudice Ilio Mannucci Pacini, ha disposto una pena maggiore di quella prospettata dal pm Rossella Incardona. Il magistrato aveva chiesto l’ergastolo per Calero, che “conosceva la vittima” dato che abitava nello stesso palazzo e 30 anni per Velasco, che con le sue dichiarazioni “ha contribuito alle indagini e ha fatto numerose ammissioni”.
Gli avvocati Giuseppe Frojo ed Emanuele Di Salvo, legali rispettivamente di Calero e di Velasco, avevano chiesto l’assoluzione. Il difensore di Calero ha già annunciato l’intenzione di ricorrere in appello dopo la lettura delle motivazioni, il cui deposito è atteso entro 90 giorni. Nel processo non si era costituita alcuna parte civile.
La requisitoria
“Non ci sono ipotesi alternative alla ricostruzione dei fatti” aveva dichiarato durante la requisitoria il pubblico ministero Incardona. “Dopo aver colpito nelle parti vitali” l’anziana, i due “appiccavano il fuoco senza curarsi dell’incolumità” dei condomini che vivevano nel palazzo per poi andare fuori “a bere e drogarsi”, era stata l’accusa del magistrato.
Secondo quanto riportato da ‘Il Giorno’, in aula Calero ha poi reso dichiarazioni spontanee con le quali ha ammesso la rapina ma ha negato le responsabilità sull’omicidio, affermando che il suo coimputato “ha raccontato molte falsità”.