Trovati i corpi dei due escursionisti dispersi dopo la frana in Val Formazza: riconosciuti giacca e zaino
Dopo la frana avvenuta in Val Formazza, sono state individuate tracce dei due escursionisti dispersi, un uomo e una donna della provincia di Novara
Sono state rinvenute tracce che confermerebbero la presenza dei due escursionisti dispersi nella zona al di sotto del rifugio Città di Busto, in Val Formazza, dove nei giorni scorsi una frana avvenuta a quasi 2500 metri di quota è piombata su un sentiero di circa un centinaio di metri.
Le tracce dei dispersi
Nella mattinata di oggi, lunedì 25 settembre, tracce dei due escursionisti dispersi in alta Val Formazza, in Piemonte, sono state rinvenute grazie all’ausilio di un drone del soccorso alpino e di alcune unità cinofile al lavoro nella zona.
Si era inizialmente parlato di alcuni indumenti (una giacca e uno zaino), ma nel primo pomeriggio, come riportato da ANSA, un’unità cinofila della guardia di finanza ha rintracciato il corpo di uno dei due escursionisti dispersi.
Soccorritori e mezzi di soccorso utilizzati per le ricerche degli escursionisti dispersi in seguito alla frana avvenuta in Val Formazza
Il corpo è in una zona difficile da raggiungere, anche a causa del continuo ripetersi di distacchi di roccia. Starà ora alle squadre di recupero del soccorso alpino tentare di raggiungere la zona investita dalla frana.
Gli escursionisti dispersi
Grazie anche al ritrovamento dell’automobile nel parcheggio da cui partono i sentieri, e ai familiari e amici che hanno confermato la presenza dei due escursionisti nel giorno e nell’area interessati dalla frana, è stato possibile risalire alle generalità dei dispersi.
Sono Matteo Barcellini, 34 anni, di Borgomanero, e Marilena Bertoletti, 31 anni, di Nebbiuno, entrambi paesi del Novarese. Dopo averli individuati con dei binocoli, i tecnici del soccorso alpino hanno utilizzato un drone per sorvolare la zona, riconoscendo alcuni degli effetti personali dei due escursionisti.
Toccherà ora alle squadre dei vigili del fuoco, al lavoro con geologi e polizia giudiziaria, il recupero della salma, rimasta in un’area “a circa 2.400 metri di altitudine, raggiungibile soltanto a piedi, in circa due ore e mezzo di cammino coprendo un dislivello di circa 500-600 metri rispetto a dove si lascia l’automobile, oppure in elicottero”.
La frana in Val Formazza
La frana è avvenuta nella giornata di ieri, domenica 24 settembre, a 2.480 metri di quota, vicino al rifugio Città di Busto, chiuso in questo periodo come confermato anche dalla sindaca di Formazza, Bruna Papa: “la zona è disabitata e il rifugio già chiuso. Dal paese non si vede assolutamente nulla”.
A dare l’allarme subito dopo la frana è stato un escursionista, che alle sue spalle aveva visto tre persone, scomparse dalla vista negli attimi immediatamente successivi lo smottamento che ha investito il sentiero.
Come spiegato da alcuni responsabili del soccorso alpino, “lo scenario è ancora instabile, nel senso che proseguono dei distacchi, e questo rende le operazioni di soccorso più complesse”.
La sindaca ha comunque interdetto l’accesso all’area: “Lungo il sentiero che dalla diga dei Sabbioni conduce al rifugio Città di Busto si è verificato un crollo di massi e detriti dal versante sovrastante, che ha interessato il sentiero escursionistico G41 su uno sviluppo di circa 100 metri e la variante alta del medesimo sentiero Sono necessari accertamenti in merito allo stato di stabilità del versante a seguito del continuo persistere di ulteriori distacchi e crolli. È quindi in vigore la totale interdizione al transito e percorribilità dei sentieri G41 e G41 Variante nel tratto tra il rifugio Città di Busto e la diga dei Sabbioni”.