Troupe Tg3 in Libano, Lucia Goracci assolve Hezbollah: da chi sono stati aggrediti i giornalisti Rai
Lucia Goracci, inviata della troupe del Tg3 in Libano, spiega cos'è successo nell'aggressione che ha causato la morte Ahmad Akil Hamzeh, autista locale
Chi c’è dietro l’aggressione alla troupe del Tg3 in Libano, costata la vita all’autista Ahmad Akil Hamzeh? La giornalista Rai, Lucia Goracci, ha assolto Hezbollah, dando la sua versione dei fatti.
La morte di Ahmad Akil Hamzeh
La morte di Ahmad Akil Hamzeh, autista locale della troupe del Tg3 impegnata in Libano, è arrivata anche in Parlamento.
Il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, ha espresso il cordoglio per il decesso dell’uomo, così come tanti altri esponenti di partito, da Giuseppe Conte del M5S a Elly Schlein del Pd.
Lucia Goracci, in uno scatto del 2009
Chi ha aggredito la troupe del Tg3?
Ma chi ha aggredito Lucia Goracci e Marco Nicois?
La giornalista, intervistata dall’Ansa, ha spiegato che le persone con cui si sono scontrati non erano Hezbollah e non erano armati: “Hezbollah non c’entra nulla, è stato uno sfogo senza alcun risvolto politico, frutto della tensione diffusa tra la popolazione delle aree sotto attacco”.
Secondo Kinda Mahaluf, la fixer (ossia la figura che assiste i giornalisti che si muovono sul campo) di Lucia Goracci, si sarebbe trattato di un gesto di collera da parte dei familiari di due donne uccise nei raid israeliani, che solo casualmente ha trovato sfogo nell’aggressione alla troupe del Tg3.
L’inviata Rai ha raccontato nuovamente quanto successo:
“Tutto si è svolto nel giro di 15-20 minuti. Volevamo visitare il luogo di un bombardamento di due giorni fa e documentare la fuga dei pescatori dalle coste dopo l’allerta israeliana, muovendoci, come sempre, con prudenza e con tutti i permessi necessari. Stavamo riprendendo alcuni operai che ricostruivano delle serre, gente che passava, una donna anziana che ci ha rivolto alcune parole, quando un gruppo di persone senza insegne né armi o alcun segno di riconoscimento si è avvicinato con fare aggressivo. Un uomo ha tentato di rompere la telecamera con una pietra mentre alcuni lo aizzavano, altri lo trattenevano. Siamo risaliti in auto diretti a Beirut, inseguiti dall’uomo in sella a uno scooter“.
La conferma del Tg2
Stefania Zane, inviata Rai in Libano, al Tg2 ha confermato le parole di Lucia Goracci: “Questa mattina i nostri colleghi, con la fixer e l’autista, erano andati a Sidone, per documentare, con tutti i permessi necessari, il luogo di un bombardamento di due giorni fa, nel mezzo di un’allerta diramata dagli israeliani che chiede ai civili di allontanarsi dalle coste. I familiari di due donne uccise li hanno aggrediti. Uno di loro li ha inseguiti fino all’autostrada, Ahmad ha cercato di sedare questa lite mentre l’uomo tentava di prendere la telecamera all’operatore. Purtroppo un infarto lo ha stroncato sul colpo. Un uomo gentile e riguardoso, che ci aveva accompagnato in tante trasferte”.
Anche la Rai ha espresso vicinanza e sostegno alla famiglia dell’uomo.