Treno deragliato a Pioltello, il video 3D del disastro
Tra le prove delle indagini emerge un video con la ricostruzione tridimensionale
Le indagini sul disastro ferroviario di Pioltello (Milano) del 25 gennaio 2018, quando un treno è deragliato causando la morte di tre donne e un centinaio di feriti, si sono chiuse ieri. Tra le prove, come riporta Ansa, c’è anche un video con la ricostruzione “tridimensionale fedelmente riprodotta dalla realtà” del deragliamento.
Durante la conferenza stampa, il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano ha spiegato, come riporta Ansa, che “è difficile immaginare una ricostruzione più dettagliata e accurata” di quella fatta dalla polizia scientifica.
Nel corso della conferenza stampa sono intervenuti dei rappresentati della Camera penale di Milano, che hanno chiesto ai pm: “A questa conferenza stampa sono stati invitati anche i difensori degli indagati? E quel video è una prova che i difensori già hanno?”.
Tiziana Siciliano ha precisato che il video “non è una fonte di prova in sé, ma sono le singole parti di quelle immagini che hanno valore di fonti di prova”. Il procuratore aggiunto ha detto anche si tratta di “un filmato riassuntivo, esplicativo, di rappresentazione”.
Come è stato chiarito da inquirenti e investigatori, riporta ancora ‘Ansa’, nelle immagini “c’è la ricostruzione animata della dinamica dell’incidente”, dal deragliamento nel ‘punto zero’, dovuto al pezzo di rotaia da 23 cm che si staccò sopra il giunto rotto, “all’impatto con la cosiddetta ‘zampa di lepre'”, cioè quando il treno uscì definitivamente dall’asse dei binari producendo “scintille” mentre attraversava la stazione di Pioltello, fino al cosiddetto “punto di quiete”, ovvero con il terzo vagone, in particolare, che a disastro avvenuto si schiantò anche su alcuni pali.
In base a quanto è stato chiarito, il video è stato realizzato usando “spezzoni di immagini reali, filmati tratti dalle telecamere di sorveglianza ed elaborazioni tridimensionali, con passaggi da una telecamera reale ad una virtuale” e riassume “tutta la dinamica dell’evento, durato circa 2 minuti, per 2 kilometri e 300 metri dal punto zero al punto di quiete”.
La velocità del treno
In conferenza stampa, il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano, insieme al collega Leonardo Lesti e a rappresentanti della Polizia che hanno condotto le indagini, ha riferito che il treno deragliato “viaggiava a una velocità di 130 km/h“.
Nel punto di “rottura” del giunto però, come riporta Ansa, Siciliano ha spiegato che “la velocità consentita era di 180 km/h, ma con quel tipo di ammaloramento avrebbe dovuto viaggiare a 50 km/h“.
Le indagini
I pm hanno poi ripercorso le omissioni contestate nell’atto di chiusura indagini emerse ieri, ribadendo che Rfi trasse, ha chiarito Siciliano, “un vantaggio patrimoniale” dalle omissioni dei dirigenti.
La prima segnalazione sul giunto, infatti, risale “all’agosto 2017”, come riferiscono i pm citati da Ansa, ma l’intervento di sostituzione fu programmato per l’aprile 2018, a disastro avvenuto.
Le indagini si sono svolte a carico di 12 persone, tra cui la società Rfi, gestore dell’infrastruttura ferroviaria, l’ad Maurizio Gentile, altri dirigenti e due ex vertici dell’Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie.