Treno deragliato, continuano le indagini: è giallo sullo scambio
Interrogatorio dei dipendenti Rfi in contrasto con le prime rilevazioni. Si indaga anche sul sistema centrale di sicurezza
Continuano le indagini della Procura di Lodi sul treno deragliato giovedì mattina. Nell’incidente del Frecciarossa 9595 sono morti due macchinisti e sono rimaste ferite 31 persone. In settimana gli inquirenti affideranno l’incarico a dei consulenti per chiarire la dinamica della vicenda. Ne dà notizia l’Ansa.
Cinque gli avvisi di garanzia a cinque dipendenti Rfi intervenuti, ognuno per la propria competenza, per i lavori di manutenzione sulle scambio tra Ospedaletto Lodigiano e Livraga, nel punto in cui la carrozza numero uno è uscita dai binari e si è schiantata su una struttura in cemento.
Interrogati per oltre 12 ore nella stazione della Polfer di Piacenza, i cinque hanno confermato la versione resa nell’immediatezza come testimoni. “Abbiamo restituito lo scambio in ordine“, hanno sottolineato tutti, secondo quanto riporta l’Ansa, nessuno scaricando la colpa sull’altro.
Le dichiarazioni andrebbero però in contrasto con le prime risultanze in possesso del procuratore di Lodi Domenico Chiaro e del pm Giulia Aragno. Nell’avviso di garanzia viene contestato ai dipendenti Rfi di aver svolto “l’attività in modo non adeguato”.
Il convoglio sarebbe finito per questo “su binari di servizio, non destinati al traffico ordinario, né in grado di sostenere l’Alta velocità”.
Le dichiarazioni degli indagati, assistiti dagli avvocati Armando D’Apote e Fabio Cagnola, messi a disposizione da Rfi, verranno confrontate con le analisi sul materiale sequestrato.
Tra le altre cose tre hard disk con i filmati del deragliamento, tutte le carrozze del treno, la scatola del sistema informativo di condotta Dis e la corrispondenza telefonica del Posto Movimento di Livraga dal 10 marzo del 2014. Sotto sequestro anche i binari della linea Alta velocità e i binari di servizio vicini.
Come ha spiegato all’Ansa il procuratore Domenico Chiaro, tali attività sono “volte a accertare la funzionalità dello scambio e di tutti i dispositivi collegati”. Le indagini vertono quindi anche sul sistema centrale di sicurezza. Se necessario, potrebbero essere coinvolti nell’indagine anche i superiori dei cinque dipendenti interrogati.
Ieri è stata eseguita l’autopsia sui copri dei due macchinisti morti, Giuseppe Cicciù, i cui funerali verranno celebrati martedì 11 febbraio a Cologno Monzese (Milano), e Mario Dicuonzo, i cui funerali si terranno mercoledì 12 febbraio a Pioltello (Milano).