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Tre morti nel disastro ferroviario di Pioltello, il ricordo del deragliamento a sette anni dalla strage

Il disastro ferroviario di Pioltello: cosa avvenne il 25 gennaio 2018 e quali furono le cause che provocarono la tragedia

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Poco più di sette anni fa, più precisamente il 25 gennaio 2018, si verificava il disastro ferroviario di Pioltello. Il treno regionale Cremona-Milano Porta Garibaldi deragliò. Il bilancio fu tragico: tre donne morirono e oltre 200 persone rimasero ferite o riportarono traumi psicologici. Per la tragedia sono andati a processo ex dirigenti, dipendenti e tecnici di Rete ferroviaria italiana, accusati di disastro ferroviario colposo, omicidio e lesioni colpose e “omissione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro”.

Disastro ferroviario di Pioltello: da cosa fu causato il deragliamento del treno

Il disastro, secondo le indagini effettuate dalla Polizia ferroviaria, fu causato dalla “rottura di un giunto in pessime condizioni”. Rottura che portò al deragliamento nel cosiddetto “punto zero” dove si ruppe uno spezzone di rotaia di 23 cm.

I “giunti nuovi” erano “ancora lì quella mattina quando arrivai sul posto”, aveva riferito la pm Ripamonti davanti al collegio presieduto da Elisabetta Canevini, aggiungendo che, invece, il giunto vecchio di dieci anni e ammalorato non era mai stato sostituito.

Disastro Pioltello treno capovoltoFonte foto: ANSA
Un’immagine del treno dopo il deragliamento

La difesa di Rfi, con l’avvocato Ennio Amodio, nell’arringa ha sostenuto che gli operai “manutentori, se avvertono un danno o un’anomalia, hanno il potere di intervenire e chiedere la sospensione della circolazione”.

Loro “conoscevano bene ciò che andava fatto, ma per varie ragioni si sono spostati dalle procedure di sicurezza”, ha aggiunto Amodio.

Le vittime

Il deragliamento fu in parte filmato  da una telecamera di sorveglianza. Dalle immagini emerge che il treno si divise “in tre parti”, con la carrozza numero tre che si staccò, urtando i pali per poi capovolgersi.

Quel mattino persero la vita tre donne: Ida Maddalena Milanesi, Pierangela Tadini e Alessandra Giuseppina Pirri.

Assolto in primo grado l’ex ad Maurizio Gentile

I pm Maura Ripamonti e Leonardo Lesti hanno chiesto diverse condanne, tra cui 8 anni e 4 mesi per Maurizio Gentile, ex ad di Rfi, e per l’ex direttore di produzione Umberto Lebruto.

Per Vincenzo Macello, ex direttore territoriale della Lombardia, sono stati chiesti 7 anni e 10 mesi, mentre per Andrea Guerini e Marco Albanesi 6 anni e 10 mesi.

La sentenza di primo grado ha stabilito una sola condanna a 5 anni e 3 mesi nei confronti di Marco Albanesi, ex responsabile dell’unità di Brescia di Rfi. Otto invece le assoluzioni, compresa quella dell’ex ad di Rfi Maurizio Gentile e della stessa società.

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