Tottenham, tifosi contro Gattuso: accuse di razzismo e omofobia
Gennaro Gattuso è rimasto senza squadra dopo la rottura con la Fiorentina. Cercato dal Tottenham, è stato osteggiato dai tifosi per alcune sue frasi
Il Tottenham, squadra inglese con sede a Londra, è alla ricerca di un allenatore da diverse settimane. Dopo l’esonero di Mourinho e la panchina affidata al giovane (e inesperto) Ryan Mason, gli Spurs hanno virato prima su Antonio Conte, poi su Paulo Fonseca e infine su Gennaro Gattuso, che ha appena interrotto il suo matrimonio di 23 giorni con la Fiorentina.
I tifosi del Tottenham, però, si sono opposti sui social, rivolgendo all’ex calciatore del Milan pesanti accuse. Così, il club lo ha scartato.
Tottenham, tifosi contro Gattuso: accuse di razzismo, omofobia e misoginia
La prospettiva che Gennaro Gattuso possa diventare il tecnico del Tottenham ha sollevato proteste tra i fan, che hanno lanciato su Twitter una campagna contro l’arrivo dell’ex tecnico del Napoli attraverso l’hashtag #NoToGattuso.
L’ostilità verso l’allenatore, secondo i giornali britannici, è dovuta ad alcune affermazioni controverse che l’ex centrocampista azzurro aveva fatto su argomenti come il matrimonio omosessuale, le donne nel calcio e il razzismo.
La protesta è stata comunicata al club dal Tottenham Hotspur Supporter Trust, il sodalizio che riunisce i club dei tifosi degli Spurs.
Tottenham, tifosi contro Gattuso: le frasi controverse
Tra le frasi più controverse pronunciate da Gattuso, finite nel mirino di alcuni supporter del Tottenham, ci sono soprattutto quella contro i matrimoni gay in chiesa: “Siamo nel 2008 e ognuno può fare quello che vuole – aveva dichiarato Gattuso durante una conferenza stampa a Euro 2008, quando era ancora calciatore -. Se mi scandalizzo? Sì perché sono cresciuto credendo nei valori della famiglia e credendo nella mia religione e tutto questo mi sembra roba molto strana“.
Poi, la frase infelice sulle donne nel calcio, finita anche sulla Bbc: “Per uno come Galliani ci dovrebbe essere più rispetto”, aveva detto riferendosi alla figura di Barbara Berlusconi in società, aggiungendo “le donne nel calcio non le vedo bene“.
Poi, il caso Boateng. Nel gennaio 2013 durante un’amichevole con la Pro Patria i tifosi iniziarono a ululare contro il rossonero, a tal punto da sopraffarlo e fargli lanciare il pallone in curva. Da lì, l’uscita dal campo e la sospensione della partita.
Il giorno dopo, Gattuso minimizzò la cosa: “Per me non è razzismo e alla fine è venuto fuori che erano quattro ragazzi che si divertivano a fare i buu. L’Italia non è un Paese razzista, vivo attaccato a Busto Arsizio, ci sono tantissimi stranieri e in dieci anni ci sono stati pochissimi problemi di razzismo”. E ancora: “Anche a me sono stati fatti i buu, i versi della scimmia tantissime volte e non sono di colore. Non so come bisogna comportarsi, non c’è un qualcosa per sistemare subito tutto, ma da dieci giorni si parla di problema di razzismo e secondo me non siamo a questi livelli”.
La Corte d’Appello di Milano, alla fine, assolse i sei ultras della Pro Patria individuati dalla Digos come responsabili dei cori.