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Toscana, centinaia di braccianti sfruttati: pagati una miseria e costretti in case senza acqua potabile

Quali erano le condizioni dei lavoratori agricoli e quanti sono gli imprenditori della Costa degli Etruschi, tra Livorno e Grosseto, finiti nei guai

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato il:

Centinaia di lavoratori stranieri e italiani sarebbero stato impiegati presso tre aziende agricole maremmane vivendo “opprimenti condizioni di lavoro”. È quanto emerge dall’inchiesta della Guardia di Finanza di Piombino.

Lavoratori agricoli sfruttati in Maremma, quali erano le condizioni di lavoro: pagati due euro e mezzo all’ora

Nello specifico, le aziende nel mirino delle fiamme gialle sono localizzate lungo la Costa degli Etruschi, in Toscana, tra Grosseto e Livorno. La paga sarebbe stata di due euro e mezzo all’ora, per quindici o sedici ore al giorno.

Privi di contratto, quindi lavoratori in nero, i centinaia di impiegati agricoli non avevano avuto accesso a ferie retribuite, e pure quelle sarebbero state concesse dai datori di lavoro con difficoltà. I titolari, anzi, avrebbero fatto ricorso in più occasioni a intimidazioni verbali e minacce.

Assente anche la copertura previdenziale e assicurativa.

Impiegati in tre aziende agricole tra Livorno e Grosseto, venivano costretti ad abitare in un casolare senza acqua potabile

La Guardia di Finanza ha comunicato che gli imprenditori finiti nei guai avrebbero “costretto diversi lavoratori, per lo più stranieri, a vivere in affitto in un casolare abusivo sugli stessi terreni delle aziende agricole, in condizioni igienico-sanitarie precarie”, privi di riscaldamento e in assenza di acqua potabile, mentre il costo dell’affitto veniva decurtato dalla paga già misera.

Dipendenti delle aziende agricole sfruttati lungo la Costa degli Etruschi: sono tre gli imprenditori finiti nei guai

L’indagine della Guardia di Finanza di Piombino, coordinata dalla procura di Livorno, è iniziata nell’estate del 2019 e ha portato al deferimento dei tre responsabili delle tre imprese. Negli avvisi di garanzia è contenuta l’ipotesi di reato: intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro.

Gli imprenditori “hanno immediatamente proceduto al pagamento delle sanzioni amministrative nel frattempo già contestate da Gdf e Inps – spiegano le fiamme gialle – versando nelle casse dell’Erario circa 5.800.000 euro”.

Le autorità hanno accennato anche a “violazioni amministrative in materia di lavoro riferibili a 854 rapporti di impiego, con l’applicazione di 571 distinte maxi sanzioni per lavoratori completamente ‘in nero’ nonché di ulteriori 283 sanzioni per infedeli registrazioni sul Libro unico del lavoro”.

Concertone Primo Maggio: apre la band ucraina, le lacrime di Ambra Angiolini e il pubblico senza mascherine Fonte foto: ANSA
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