Zone rosse e migranti, Salvini contro i giudici
Il ministero dell'Interno mette sotto osservazione alcuni magistrati e le loro prese di posizione pubbliche
Scontro tra il ministro dell’Interno e i magistrati sul fronte della sicurezza. Fonti del Viminale hanno fatto sapere che Matteo Salvini impugnerà la sentenza del Tar di Firenze contro le cosiddette “zone rosse” e altre sull’iscrizione anagrafica di alcuni cittadini stranieri.
Come riporta Sky tg24, il ministero sta anche valutando di fare ricorso all’Avvocatura dello Stato per valutare se i magistrati che hanno emesso le sentenze avrebbero dovuto astenersi “per posizioni in contrasto con il governo in materia di sicurezza”.
“I giudici pro migranti si candidino” è l’attacco di Matteo Salvini ai magistrati. Dal Viminale, infatti, spiegano di essere pronti a “riformulare l’ordinanza per allontanare da alcune aree cittadine balordi e sbandati” ma, ripetono anche l’intenzione di indagare se i magistrati coinvolti avrebbero dovuto passare il fascicolo ad altri “a causa delle proprie posizioni sulla politica del governo”.
In particolare si fa riferimento alla giudice Luciana Breggia, il magistrato del tribunale di Firenze che ha emesso la sentenza sull’iscrizione anagrafica di un migrante. Il ministro dell’Interno si è già scagliato contro Breggia invitandola a candidarsi “per cambiare le leggi che non condivide”.
Nel mirino ci sono anche altri due togati: Rosaria Trizzino, il giudice che presiede la sezione del Tar della Toscana che ha bocciato le zone rosse e Matilde Betti, la presidente della prima sezione del tribunale civile di Bologna, che il 27 marzo 2019 non ha accolto il ricorso proposto dal ministero contro la decisione del giudice monocratico del capoluogo emiliano che disponeva l’iscrizione nel registro anagrafico di due cittadini stranieri.