Verona, 17enne si risveglia da coma profondo
Un ragazzo di 17 anni, finito in coma profondo dopo un incidente, si è risvegliato
Quanto accaduto a Lorenzo, un ragazzo 17enne che il 20 dicembre 2018 si è scontrato violentemente con una Mercedes mentre stava andando a scuola col suo motorino, è stato descritto come un “miracolo”.
A raccontare la sua storia è “L’Arena di Verona”: Lorenzo, in seguito all’incidente, ha riportato un grave danno cerebrale e altrettanto gravi problemi respiratori, finendo in coma profondo.
A proposito di un possibile espianto di organi dal corpo del giovane Lorenzo, contrariamente a quanto riportato in un primo momento, il Centro nazionale trapianti ha precisato che: “Non c’è stato alcun accertamento di morte, nessuna richiesta di donazione alla famiglia da parte dei medici e quindi non si stava per procedere a nessun prelievo di organi. La decisione di donare gli organi sarebbe stata assunta autonomamente dai genitori ‘se la situazione fosse precipitata’ invece, fortunatamente, Lorenzo è uscito dal coma”.
Infatti Lorenzo, piano piano ha riaperto gli occhi, ha iniziato a sentire e a muovere le gambe, a vedere e a parlare. E oggi, martedì 14 maggio 2019, è ritornato, contro ogni aspettativa, a scuola.
Il quotidiano veronese riporta le dichiarazioni di mamma Claudia e papà Nicola, che hanno deciso di condividere la storia del figlio per raccontare “il bene sperimentato, il grande amore ricevuto in tutti questi mesi e per ringraziare chi, combattendo accanto a Lorenzo questa prova terribile, l’ha aiutato a riprendere tutto quello che aveva perso quella terribile mattina”.
Il comunicato del Centro nazionale Trapianti
Questo il comunicato integrale dell’ufficio comunicazione relazioni istituzionali del Centro nazionale Trapianti dell’Istituto Superiore di Sanità:
“C’è una enorme differenza tra il coma e la morte cerebrale: quest’ultima coincide con la cessazione irreversibile di tutte le funzioni dell’encefalo. È solo in questo caso che è possibile la donazione degli organi. La legge italiana, tra le più garantiste al mondo, prevede che si possa eventualmente procedere solo dopo che è stato ultimato il periodo di osservazione (6 ore) e che della persona sia stata quindi certificata con assoluta certezza la morte cerebrale. In queste 6 ore, una commissione di specialisti valuta costantemente i parametri del paziente ed esegue in modo ripetuto una rigorosa serie di esami. Solo dopo che questi esami e test danno esito negativo e, quindi, viene accertata la morte della persona, si può richiedere ai familiari aventi diritto l’ok al prelievo di organi“.
“Nel caso del giovane paziente veronese citato nell’articolo, non c’è stato alcun accertamento di morte, nessuna richiesta di donazione alla famiglia da parte dei medici e quindi non si stava per procedere a nessun prelievo di organi”.
“La decisione di donare gli organi sarebbe stata assunta autonomamente dai genitori ‘se la situazione fosse precipitata’ invece, fortunatamente, Lorenzo è uscito dal coma”.
“Chi firma il consenso per la donazione degli organi deve sapere che il prelievo avviene solo in caso di morte, e che grazie a questo gesto di generosità ogni anno la Rete trapianti del Servizio sanitario nazionale salva la vita di migliaia di persone ma mai, MAI, a danno del donatore“.