Roberta Petrelluzzi risponde alle polemiche sul caso Vannini
La conduttrice di “Un giorno in Pretura” torna in tv per parlare della sua lettera a Martina Ciontoli e della puntata sul caso Vannini
Roberta Petrelluzzi, conduttrice e ideatrice di “Un giorno in Pretura”, è tornata a parlare delle polemiche sorte per la sua lettera aperta a Martina Ciontoli e sulla puntata del programma dedicata al caso Vannini. Intervenuta nel programma di Massimo Gramellini, “Le Parole della Settimana” ha ribadito la necessità di abbandonare le tifoserie nei casi di cronaca nera.
“Io credo che ormai noi non siamo più abituati all’ascolto, a cercare perché, siamo abituati a tifare. O fai parte della Curva Sud o fai parte della Curva Nord. Quando tu tifi non cerchi ragioni, tu cerchi solo il perché puoi essere contro”.
E ancora una volta ha preso le difese della giovane fidanzata di Marco Vannini. Sull’omicidio del ragazzo, per cui tutta la famiglia Ciontoli è stata processata, sono emersi nuovi particolari in questi giorni.
“A nessuno viene in mente che è una ragazza di 20 anni. E si fanno petizioni perché venga cancellata dall’Ordine degli Infermieri dove è iscritta, affinché non possa più lavorare. Ma vi sembra possibile? Questa cosa qui mi indigna”.
E dedica l’ultima parte del suo intervento proprio alla madre di Marco Vannini, la cui lotta per scoprire la verità sulla morte del figlio è stata seguita con attenzione dai media. La conduttrice si è detta molto dispiaciuta.
“Devo dire un’altra cosa e mi dispiace. Una lettera indirizzata a una ragazza non sminuisce il dolore della madre. Sono vicinissima a questa donna, e credo che nulla potrà aiutarla a dimenticare un fatto così. È una tragedia che qualsiasi madre può capire. Ma avere pietà anche per qualcun altro non vuol dire essere contro di lei. La cosa che più mi dispiace è che la mamma abbia vissuto questo mio intervento come contro di lei. Mai, mai, mai potrei andare contro il dolore di una donna”.