Matteo Salvini all'elemosiniere: "Ora paghi anche le bollette"
L'elemosiniere del Papa Konrad Krajewski: "È stato un gesto disperato". L'immobile, abitato da 420 persone, senza luce e acqua dal 6 maggio
“È arrivato un alto esponente del Vaticano, l’ elemosiniere del Santo Padre, che è andato a riattaccare la luce. Conto che dopo averlo fatto, paghi anche i 300mila euro di bollette arretrate che ci sono”. Non le manda a dire il ministro dell’Interno Matteo Salvini, che commenta così la decisione di Konrad Krajewski di sabotare il contatore di un palazzo occupato a Roma.
All’interno dello stabile c’erao “3-400 persone, che non pagavano le bollette”, secondo il vicepremier, che, riporta ANSA, si espresso sulla vicenda durante un comizio a Bra. “La società che le gestisce ha tagliato la luce, dicendo, o paghi come tutti gli altri italiani nel mondo, o non ti do il servizio”, ha concluso il segretario della Lega.
L’elemosiniere del Papa nel palazzo occupato
È tornata la luce a Spin Time, palazzo occupato di via Santa Croce in Gerusalemme, a Roma, senza corrente elettrica e acqua calda dal 6 maggio. A ripristinare la corrente è stato il cardinale Konrad Krajewski, l’elemosiniere del Papa. “Sono intervenuto personalmente, ieri sera, per riattaccare i contatori. È stato un gesto disperato. C’erano oltre 400 persone senza corrente, con famiglie, bambini, senza neanche la possibilità di far funzionare i frigoriferi”, ha spiegato il cardinale all’ANSA.
Sabato sera Krajewski si è presentato nello stabile, ha verificato la situazione e ha portato doni per alcuni bambini. Poi è sceso nel pozzo e ha riacceso la luce. “Non l’ho fatto perché sono ubriaco”, ha aggiunto il cardinale. Nei giorni scorsi era arrivato un appello da parte degli attivisti e degli occupanti dello stabile. Secondo fonti vaticane citate da Adnkronos, il gesto “è stato compiuto dal cardinale Krajewski nella piena consapevolezza delle possibili conseguenze d’ordine legale cui ora potrebbe andare incontro, nella convinzione che fosse necessario farlo per il bene di queste famiglie”.
Il palazzo di via Santa Croce in Gerusalemme, ex sede Inpdap, è stato occupato a scopo abitativo il 12 ottobre 2013 dal movimento Action. Ci vivono oggi 420 persone, tra cui un centinaio di minorenni. All’interno ci sono anche un’osteria, un laboratorio di birra artigianale, una falegnameria e una sala prove. Nei giorni scorsi la società di fornitura di energia elettrica, Hera, aveva staccato la corrente per morosità. Il debito accumulato dal 2013 per le bollette non pagate ammonterebbe a circa 300mila euro. Il Comune di Roma avrebbe già fatto sapere che non salderà gli arretrati.