Omicidio Gabriel, le parole dei vicini: "La mamma era depressa"
I vicini di casa di Donatella, la donna che ha ucciso il figlio di due anni, raccontano che era stata più volte ricoverata.
I vicini di casa di Donatella Di Bona, la donna arrestata con l’accusa di aver ucciso, strangolandolo, il figlio Gabriel di due anni, hanno raccontato nella puntata odierna di Mattino Cinque lo stato di disagio nel quale versavano la donna e la famiglia. «Era una situazione difficile a livello economico – dice un conoscente – Il fratello veniva qui da noi… Cercavamo di aiutarlo… Se gli offrivi dieci giorni di lavoro per il Comune per fare 100 euro, li prendeva». Oltre alla situazione economica, c’era quella di salute della donna: nel servizio si parla di depressione e di venti ricoveri negli ultimi trenta giorni. «Era da tempo che non stava bene. Era andata più volte all’ospedale», dice un altro vicino. Di fronte a questo stato di cose, nel programma ci si domanda se qualcuno, a livello istituzionale, non abbia omesso un intervento che avrebbe scongiurato la tragedia, per la quale è accusato anche il padre del bimbo, Nicola Feroleto.
Parla il sindaco del paese di Gabriel
Collegato con lo studio di Canale 5, è intervenuto Gioacchino Ferdinandi, il sindaco di Piedimonte San Germano, il paese, in provincia di Frosinone, dove Donatella vive e dove è avvenuto l’infanticidio. Anche lui ha una testimonianza: «Avevo visto il bambino, poco tempo fa, con la mamma e la nonna, in un centro commerciale», senza che emergessero, nell’incontro, gravi problemi. Soprattutto, dice il primo cittadino, «il disagio economico ci era noto ma del malessere psichico non ci era stato detto nulla».
“Nessuna segnalazione dei problemi della mamma”
Una versione analoga a quella di Simona Di Mambro, responsabile della Casa Famiglia di Cassino, che, in una registrazione telefonica proposta dalla trasmissione, dice: «Senza una segnalazione, i servizi sociali non possono intervenire. Se avvertiti di questo stato di cose, avrebbero sicuramente allontanato il bambino». A domanda precisa, allora, risponde che «è mancata» una segnalazione da parte dell’ospedale dove la donna era stata, più volte, portata.