Milano, bambino trovato morto in casa. Confessa il padre
Il padre del bambino di 2 anni trovato morto in casa a Milano ha confessato il delitto
Ha confessato il padre del bambino di due anni ritrovato senza vita nella mattinata di oggi, mercoledì 22 maggio, all’interno di un appartamento in via Ricciarelli alla periferia di Milano.
“L’ho picchiato fino a ucciderlo”, le sue parole riportate dal sito de “Il Fatto Quotidiano”. Secondo quanto svelato dal capo della Mobile di Milano Lorenzo Bucossi e riportato dal sito del quotidiano, il padre del bimbo, Aljich Rhustic, ha agito “in preda a un raptus, a un momento di rabbia anche a seguito dell’assunzione di hashish. L’uomo ha confessato di aver percosso il piccolo fino alla morte”.
“La Repubblica” riporta altre dichiarazioni di Bucossi a proposito della confessione del padre del bambino: “Non è stato in grado di spiegare precisamente cosa gli è venuto in mente in quel momento. Non sappiamo se il bambino stesse piangendo, ha solo raccontato che non riusciva a dormire e che aveva assunto hashish. Si è alzato e, in preda a rabbia incomprensibile, lo ha picchiato a morte”.
Il padre del bimbo, riporta “Ansa”, aveva lanciato l’allarme telefonando al 112 ma poi ha abbandonato l’appartamento lasciando da sola la moglie (una ragazza croata di 23 anni, incinta del sesto figlio) ad aspettare l’arrivo dei soccorsi. I paramedici arrivati sul posto non hanno potuto fare altro che constatare la morte del piccolo. Rhustic è stato individuato poche ore dopo in un appartamento in zona Giambellino, non lontano dalla sua abitazione. Gli investigatori avevano localizzato il suo telefono cellulare ma temevano che se ne fosse liberato durante la fuga. Ma così non è stato.
La telefonata al centralino del 112 era arrivata alle 6.02. Come riferisce “Ansa”, i genitori, in lacrime, avrebbero detto che il bambino aveva problemi respiratori. Secondo quanto trapelato finora sembra che il piccolo avesse i piedi legati, lividi e una ferita alla testa la cui natura è ancora da chiarire. La madre avrebbe dato la colpa al marito. L’appartamento è un alloggio popolare al piano terra.
Le parole dello zio: “Se lo avessi trovato prima della polizia lo avrei ammazzato, non c’è dubbio”, ha raccontato all’ANSA Bardo Secic, prozio del sospettato, che alla notizia si è precipitato davanti al portone dello stabile dove abita la famiglia nella speranza di poter vedere un’ultima volta il piccolo. “Si merita l’ergastolo. È un tipo irascibile e violento, la mia famiglia non gli parla da due anni, da quando mi ha aggredito senza motivo colpendomi alla testa con la fibbia della cintura. Ho ancora la cicatrice”, dice.