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Caso Orlandi, familiari: “Verificate tomba al cimitero teutonico"

Alcune segnalazioni accreditano l’ipotesi che un antico loculo possa custodire i resti della giovane sparita nel 1983

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato il:

Il corpo di Emanuela Orlandi, la 15enne scomparsa nel 1983, potrebbe essere in un’antica tomba nel cimitero teutonico all’interno delle mura della Santa Sede e ora il Vaticano esaminerà la richiesta della famiglia della ragazza di riaprire il loculo. Come riporta il Corriere delle Sera, alcune segnalazioni, arrivate qualche mese fa, hanno fatto emergere una nuova ipotesi sul luogo che custodirebbe i resti della ragazza e, per questo motivo, il legale degli Orlandi ha presentato una formale istanza alla segreteria di Stato, in particolare al cardinale Pietro Parolin, per poter approfondire la storia del loculo ed eventualmente ottenerne l’apertura.

Il direttore ad interim della Sala Stampa della Santa Sede, Alessandro Gisotti, ha confermato che la missiva “è stata ricevuta e che verranno ora studiate le richieste rivolte nella lettera”.

Nella richiesta, inviata anche al promotore di giustizia della Santa Sede, è stato inoltre allegato l’elenco degli alti prelati che negli anni potrebbero aver avuto un ruolo sulla vicenda della quindicenne.

La segnalazione della tomba era arrivata la scorsa estate all’avvocato della famiglia Orlandi Laura Sgrò. In una lettera, contenente la foto del loculo, si indicava di cercare “dove indica l’angelo”. Sopra alla tomba in questione, infatti, appoggiata a una parete del cimitero, c’è la statua di un angelo che tiene un foglio con la scritta in latino «Requiescat in pace», «Riposi in pace».

Dopo la ricezione della missiva, sono state avviate delle indagini difensive con verifiche sullo stato dei luoghi e si è scoperto che la tomba è stata aperta almeno una volta e che la datazione della statua è diversa da quella della lastra. L’avvocato della famiglia Orlandi, come si legge sempre sul Corriere della Sera, ha poi spiegato che si è soprattutto “verificato che alcune persone erano state informate della possibilità che i resti di Emanuela Orlandi fossero stati nascosti nel cimitero teutonico”.

L’istanza, depositata il 25 febbraio, chiede quindi di avviare una ricerca negli archivi di ogni documento relativo a tale loculo per individuare chi vi risulti essere stato sepolto e di poter riaprire la tomba alla presenza dell’avvocato Sgrò e del consulente tecnico, Giorgio Portera proprio per fugare ogni dubbio sul suo contenuto. Nella lettera inviata dalla famiglia Orlandi, si spiega infatti che “alcune fonti riferiscono che più persone da anni sono solite deporre i fiori in segno di pietà nei confronti dell’Orlandi che lì sarebbe seppellita”.

Il cimitero teutonico è la fondazione tedesca più antica e, se l’istanza sarà accolta, dovranno essere interessate anche le autorità tedesche. Il legale Sgrò prevede infatti di rivolgersi anche “al Governatorato proprio per verificare sia la extraterritorialità in favore della Santa Sede sia le piantine che possano consentire di ricostruire eventuali alterazioni”.

Nella premessa dell’istanza si chiede anche di “autorizzare l’audizione di tutti i prelati che hanno ricoperto ruoli apicali e in questa veste si sono occupati negli anni delle vicende legate al rapimento di Emanuela”. Nell’elenco ci sarebbero il cardinale Giovanni Battista Re, il cardinale Eduardo Martinez Somalo, il cardinale Angelo Sodano, il cardinale Tarcisio Bertone e monsignor Pietro Vergari che ebbe un “ruolo chiave nella vicenda che coinvolge Enrico De Pedis, il boss della banda della Magliana, sepolto incredibilmente nella Basilica di Sant’Apollinare”.

Già a ottobre si era tornati a parlare del caso Orlandi dopo che, all’interno della Nunziatura Apostolica, erano state trovate delle ossa, ma le verifiche del Dna avevano dato esito negativo: i resti non appartenevano alla 15enne. 

Caso Emanuela Orlandi
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