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Lancia raccolta fondi per riavere gli arti, amputati per sbaglio

Dopo un calvario durato 5 anni, Anna Leonori ha riacquistato il sorriso. Ma le protesi di nuova generazione, come quelle di Bebe Vio, costano troppo

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

La storia di Anna Leonori, ricostruita da TGCom, è iniziata all’ospedale di Terni nel 2014, ed è terminata nel 2017, quando si è risvegliata dopo 80 giorni di coma, senza più gambe e braccia. Le avevano asportato inutilmente alcuni organi in seguito a un’errata diagnosi di tumore. Una setticemia l’ha poi mandata in coma, e si era rivelata necessaria l’amputazione di tutti gli arti.

La ritrovata serenità grazie a Bebe Vio

Dopo tante sofferenze, l’incontro con Bebe Vio ha riportato la luce nella vita della 46enne, che ha capito di dover lottare e mantenere il sorriso per i suoi due figli. Ora è tornata a camminare grazie all’impianto delle protesi, ma quelle delle braccia le impediscono di compiere anche i più quotidiani dei gesti.

Per poter tornare a vivere normalmente, Anna dovrebbe spendere 90mila euro. Tanto costano le protesi di ultima generazione. Una cifra enorme che non può sostenere. Da qui il suo appello sui social e l’istituzione di una raccolta fondi.

L’appello su Facebook

“Il desiderio di raccontarvi la mia storia”, si legge sulla pagina del social, “nasce soprattutto perché vorrei aiutare e trasmettere speranza a chi, come me, ha avuto esperienze simili. Coraggio e speranza che a me ha dato la grande Bebe Vio. Dopo tante difficoltà riesco a camminare con le protesi. Avrei bisogno però di protesi superiori di ultima generazione che l’ASL non fornisce. Il preventivo è talmente alto… non credo riuscirò mai ad avere quella somma”.

“Ora non riesco a soffiarmi il naso, a tenere un cucchiaio, ad appoggiarmi mentre scendo le scale. Con il mio braccio amputato invece mi trucco, uso il telefono, mi asciugo le lacrime. Voglio ringraziare tutti coloro che hanno voluto dare un contributo, e anche chi lo vorrà fare in futuro. Certo l’obiettivo è ambizioso ma non voglio perdere la speranza di poter prima o poi conquistare un minimo di autonomia”, continua.

Il traguardo di 90mila euro è ancora lontano, ma sono già tantissimi quelli che si sono mobilitati per aiutare Anna Leonori. Tra loro TgCom cita anche i vigili urbani di Terni, i dipendenti della Treofan e la onlus “I Pagliacci”, che da dieci anni lotta per alleggerire le ospedalizzazioni dei bimbi nel reparto di pediatria del capoluogo umbro.

anna-leonori-bebe-vio Fonte foto: Facebook
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