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La figlia di Aldo Moro contro la beatificazione del padre

L'appello di Maria Fida Moro è una lunga lettera a Papa Francesco, contro la strumentalizzazione del processo di beatificazione di Aldo Moro

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

Maria Fida Moro, riporta RaiNews, avrebbe scritto una lunga lettera aperta a Papa Francesco. L’oggetto dell’appello sarebbe il processo di beatificazione di Aldo Moro, che starebbe creando faide tra i gruppi sostenitori del padre e attirando strumentalizzazioni da più parti.

“Santità, la prego dal profondo del cuore di interrompere il processo di beatificazione di mio padre Aldo Moro, sempre che non sia invece possibile riportarlo nei binari giuridici  delle norme ecclesiastiche. Perché è contro la verità e la dignità della persona che tale processo sia stato trasformato, da estranei alla vicenda, in una specie di guerra tra bande per appropriarsi della beatificazione stessa strumentalizzandola a proprio favore”.

L’ex senatrice accuserebbe lo scrittore vaticanista Nicola Giampaolo, che scrive di aver denunciato in passato, di essersi fatto promotore del processo di beatificazione per un tornaconto personale e brama di potere.

“A me risulta che il postulatore legittimo sia Nicola Giampaolo al quale ho consegnato due denunce, che sono state protocollate ed inserite nella documentazione della causa, nonché inoltrate per via  gerarchica a chi di dovere. Ma non ho avuto alcuna risposta e sono passati anni. Nell’ambito dello stesso processo ci sono delle infiltrazioni anomale e ributtanti da parte di persone alle quali non interessa altro che il proprio tornaconto e per questo motivo intendono fare propria e gestire la beatificazione per ambizione di potere. Poi è spuntato un ulteriore postulatore non si sa a quale titolo”.

Maria Fida Moro, si legge nel lungo testo riportato da RaiNews, chiederebbe alla Chiesa di fare luce sul processo di beatificazione, e cita un passo dei Vangeli che riguarda la Passione di Gesù.

“Vorrei proprio che la Chiesa facesse chiarezza nella forma e  nel merito. Mio padre è stato tradito, rapito, tenuto prigioniero  ed ucciso sotto tortura. Dal 9 maggio di 41 anni fa è cominciato il business della morte e lo sciacallaggio continuativo per sfruttare il suo nome a fini indebiti. Mi viene in mente la scena, narrata nei Vangeli, dei soldati romani che si giocavano a dadi, ai piedi della Croce, il possesso della tunica di Gesù tessuta in un solo pezzo. I soldati erano, in qualche misura, inconsapevoli di quanto stavano facendo invece costoro sanno di compiere un’azione abbietta e lo fanno ugualmente in piena coscienza”.

La figlia di Aldo Moro, ucciso dalle Brigate Rosse, è stata in Senato, eletta con Democrazia Cristiana, ed è passata successivamente al gruppo di Rifondazione Comunista come indipendente. La lettera si chiude con dichiarazioni di fede da parte della donna.

“Il mio nome significa fede e sono assolutamente certa della Comunione dei Santi e della vita eterna. E so che mio padre è in salvo per sempre nella perfetta letizia dell’eternità e nessuna bruttura può ferirlo. Ma preferirei mille volte che non fosse proclamato Santo – tanto lo è – se questo deve essere il prezzo: una viscida guerra fatta falsamente in nome della verità. Paolo VI descriveva mio padre così: uomo buono, mite, giusto, innocente ed amico. Regali, se può, a mio figlio Luca e a me una giornata di pace in mezzo alla straordinaria amarezza di una non vita. Che il Signore la benedica. Mio padre, dal luogo luminoso in cui si trova ora, saprà come ringraziarla. Sono mortificata di aver dovuto disturbare lei”.

maria-fida-aldo-moro-beatificazione-papa-francesco-lettera Fonte foto: ANSA
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