Test rapidi nelle scuole, sì del governo: come funzioneranno
Il ministero della Salute ha preso una decisione sull'utilizzo dei test antigenici rapidi nelle scuole, gli stessi usati in porti e aeroporti
Il ministero della Salute ha deciso che anche nelle scuole si potranno utilizzare i test antigenici rapidi attualmente in uso in porti e aeroporti. La circolare, diffusa nella serata di martedì 29 settembre, specifica che l’utilizzo di questi test è in grado di assicurare una tempestiva diagnosi differenziale nei casi sospetti tra sindrome influenzale e Covid-19. Lo rende noto l’Ansa.
Test rapidi nelle scuole, cosa dice il ministero: quando e come si effettueranno
Il documento del ministero sottolinea che “l’utilizzo di questa tipologia di test in ambito scolastico, anche considerando i possibili limiti nelle caratteristiche del test, potrebbe accelerare la diagnosi di casi sospetti di Covid-19”.
Il ministero indica che “in caso di esposizione al rischio del personale scolastico o degli alunni, ove sussistano i presupposti sopra indicati, si può, pertanto, ricorrere anche al test antigenico rapido“.
Nella circolare poi viene spiegato che “le modalità di raccolta del campione per i test antigenici rapidi sono del tutto analoghe a quelle dei test molecolari (tampone naso-faringeo), i tempi di risposta sono molto brevi (circa 15 minuti), ma la sensibilità e specificità di questi test sembrano essere inferiori a quelle del test molecolare”.
Ciò “comporta la possibilità di risultati falso-negativi in presenza di bassa carica virale oltre alla necessità di confermare i risultati positivi mediante un tampone molecolare”.
Pur considerando la possibilità di risultati falso-positivi e di falso–negativi, grazie all’uso dei test rapidi “è stato intercettato comunque un rilevante numero di contagiati, probabilmente con alte cariche virali, che non sarebbero stati individuati in altro modo”.
Test rapidi nelle scuole, cosa ne pensa il Cts
Già nel pomeriggio il Cts aveva dato il via libera alla possibilità di effettuare tamponi rapidi nelle scuole, limitatamente all’attività di screening.
Una presa di posizione successiva a un accordo di massima raggiunto nel corso della riunione sulla bozza della circolare presentata dal ministero della Salute. Circolare che non era all’ordine del giorno, illustrata appositamente dai rappresentanti del ministero.
Test rapidi nelle scuole, la reazione di Zaia
Subito dopo la decisione del ministero della Salute, il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, ha espresso il suo sostegno perché usare i test rapidi permette “di avere minori tempi e complicazioni sia per le strutture sanitarie che per i cittadini, ottenendo il risultato sul posto senza bisogno del laboratorio”.
“Benissimo per la prevenzione nelle scuole – ha aggiunto – perché così potremo, io spero quanto prima, entrare con i nostri sanitari ed evitare la diaspora verso i punti di accesso rapido”.
Test rapidi nelle scuole: quanti ne sono stati richiesti
Il commissario straordinario per l’emergenza Covid, Domenico Arcuri, ha reso noto di aver dato il via libera alla richiesta pubblica di offerta per la fornitura di 5 milioni di test rapidi destinati alla “rilevazione qualitativa di antigeni specifici di Sars-Cov-2 presenti su tampone nasofaringeo o campione salivare”.
Le offerte dovranno essere presentate entro le 18.30 di giovedì 8 ottobre 2020.