Terza dose over 40, Bassetti controcorrente: "Troppo presto"
Per Matteo Bassetti il 1° dicembre potrebbe essere troppo presto per somministrare le terze dosi ai quarantenni
Il ministro della Salute Roberto Speranza ha annunciato alla Camera che dal 1° dicembre anche le persone dai 40 anni in su potranno ricevere la terza dose booster di vaccini anti-Covid, ampliando così la platea di riferimento. Al momento, infatti, le persone a cui è destinata la dose di richiamo sono over 60, fragili e personale sanitario.
Terza dose a over 40, il parere di Bassetti
Non tutti però hanno accolto con ottimismo questo annuncio: all’Adnkronos Salute, l’infettivologo del San Martino di Genova Matteo Bassetti ha commentato a caldo le parole del ministro.
“Mi pare una fuga in avanti – ha detto Bassetti – nel senso che: siamo sicuri che entro quella data abbiamo vaccinato tutti gli over 60 e i fragili?”.
Quante sono le terze dosi somministrate finora
Al momento, le dosi addizionali somministrate in Italia sono 383.769, pari al 43,10% della popolazione a cui è destinata (cioè persone con sistema immunitario fortemente compromesso), mentre sono 2.025.827 le dosi booster, ovvero il 39,48% della popolazione di riferimento (fragili, over 60, personale sanitario).
Bassetti ha sottolineato: “Aprire ora ai 40enni che si sono vaccinati ad agosto, quindi al primo dicembre non saranno passati ancora i sei mesi, non vorrei che finisse per creare la psicosi della terza dose. Non sono così sicuro che i 40enni abbiano bisogno già a dicembre del richiamo, le priorità rimangono gli over 60 e i fragili”.
L’infettivologo, in un’intervista di Virgilio Notizie, ha parlato anche dei vaccini per la fascia d’età 5-11.
Terza dose a over 40, il parere di Cauda
L’infettivologo del Policlinico Gemelli di Roma Roberto Cauda ha detto all’Askanews: “Credo che somministrare la terza dose anche alla fascia di età che va dai 40 ai 60 anni sia una scelta corretta e assolutamente condivisibile. Sappiamo infatti che nel tempo per le caratteristiche sia del virus sia dei vaccini c’è una progressiva riduzione dell’immunità”.
“Questo non vuol dire che la vaccinazione diventi inefficace ma potrebbe ridurre la capacità di contrastare l’infezione”, ha concluso l’esperto.