Terrorista arrestata a Milano: chi è la 19enne finita in carcere
Una ragazza di 19 anni è stata arrestata a Milano: è accusata di terrorismo. Italiana di origini kosovare, adesso è in carcere
Una ragazza di 19 anni italiana di origini kosovare è stata arrestata dalla polizia in un blitz a Milano: è già stata trasferita in carcere. È accusata di associazione con finalità di terrorismo.
L’inchiesta è coordinata dalla Procura di Milano, che ha chiesto e ottenuto l’ordinanza di custodia cautelare dal Gip.
Terrorista arrestata a Milano: chi è la 19enne finita in carcere
La giovane, Bleona Tafallari, si era radicalizzata a 16 anni ed era una devota sostenitrice dell’Isis.
Come si legge nell’ordinanza firmata dal gip Carlo Ottone De Marchi, la giovane partecipava all’organizzazione chiamata ‘Leoni dei Balcani‘, che fa parte della più ampia associazione terroristica Stato Islamico.
Aveva nel cellulare diverse immagini di guerra contro gli infedeli e diversa documentazione tra cui una in lingua italiana su ’44 modi per sostenere il jihad’ “alcune delle quali contenenti istruzioni per il confezionamento di ordigni artigianali.
Avrebbe svolto “una funzione di proselitismo alla causa dell’Islam radicale nei confronti di ragazze kosovare, anche minorenni, e in particolare “in una chat Telegram del 24 febbraio 2021 prometteva ad una interlocutrice sedicenne che si faceva chiamare ‘fatina’ e con cui reciprocamente si appellava come ‘Leonessa’ che le avrebbe trovato come sposo un ‘Leone’, vale a dire un appartenente ai Leoni dei Balcani, con il quale morire da martire dopo un matrimonio ‘bagnato dal sangue dei miscredenti'”, si legge nell’ordinanza.
Terrorista arrestata a Milano: il legame con l’attentatore di Vienna
L’indagine è partita dopo una segnalazione dell’intelligence relativa al marito della ragazza, un 21enne kosovaro sposato nel gennaio scorso (in Germania, con rito islamico), imparentato con l’attentatore di Vienna Kujtim Fejzulai.
La ragazza si era trasferita a Milano pochi mesi fa a casa del fratello, pur rimanendo in costante contatto con il marito e con la diaspora kosovara di matrice jihadista.
L’attività investigativa è stata diretta dal capo della sezione distrettuale antiterrorismo della procura di Milano, Alberto Nobili, e dal sostituto procuratore, Leonardo Lesti. A condurla sono stati invece gli uomini della Digos di Milano e della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione con la collaborazione dell’Ectc di Europol.