Terremoto Aquila, epicentro a Cagnano Amiterno: scossa tra L'Aquila e Rieti, avvertita anche a Roma
Una scossa di terremoto si è registrata tra Rieti e L'Aquila la mattina di sabato 8 gennaio: è stata avvertita dalla popolazione. Qual è la situazione
Una scossa di terremoto di magnitudo tra 3.1 e 3.6 è stata registrata dall’Ingv la mattina di sabato 8 gennaio tra le province di L’Aquila e Rieti. I comuni più vicini all’epicentro della scossa, delle ore 7.01, sono Cagnano Amiterno (L’Aquila), Antrodoco e Borbona (Rieti). La scossa, inoltre, è stata avvertita anche da alcune persone a Roma.
Terremoto Rieti, la situazione
Come riportato dal Messaggero, la scossa è stata avvertita distintamente dalla popolazione nella zona di Rieti.
Secondo la scala Richter, un evento sismico di magnitudo 3.6 è classificato come terremoto “molto leggero”e descritto nel modo seguente: spesso avvertito, ma generalmente non causa danni.
Al momento, fortunatamente, non si sono registrati danni a persone o cose.
Terremoto Aquila, seconda scossa in una settimana nel 2022
Non è la prima volta che questa zona viene interessata da un sisma in questo inizio di 2022.
Un’altra scossa nell’Aquilano si era registrata il 3 gennaio 2022 alle 19:26, a 2 km da Barete e a 7 proprio da Cagnano Amiterno, intorno alle 19:26: la magnitudo era stata di 2.7.
Terremoto L’Aquila 2009: magnitudo 6.3, morte 309 persone
Quando la terra trema a L’Aquila, il ricordo non può che tornare al 6 aprile 2009, quando un terremoto di magnitudo 6.3 costò la vita a 309 persone, provocò 1.600 feriti e produsse 80 mila sfollati.
Per tutta la notte e nelle settimane seguenti la terra continuò a tremare: nelle 48 ore dopo la scossa principale si registrarono, infatti, altre 256 repliche. Ben 150 nella sola giornata di martedì 7 aprile.
L’epicentro fu individuato a 8 chilometri di profondità e a circa poco più di un chilometro dal centro dell’Aquila.
L’intero Centro Italia ha traballato, scosso dall’immane forza del sisma che ha devastato soprattutto l’Abruzzo ma che si è avvertito a Roma (perfino le Terme di Caracalla subirono lesioni), fino a Napoli.
Vite spazzate vie o distrutte, ma anche danni economici, legati pure al patrimonio storico-artistico della città: tutte le chiese furono dichiarate immediatamente inagibili per lesioni o crolli importanti, così come il Forte spagnolo, uno dei palazzi-simbolo della città. Si stimano danni per oltre 10 miliardi di euro.
Come ricordato da Rainews, molti negozi furono costretti a chiudere, vennero colpite anche le aziende del polo tecnologico elettronico (come Alenia), con strutture operative inagibili.