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Terremoti e Vesuvio minacciano i Campi Flegrei: 350 mila persone via da Napoli in caso di eruzione

In previsione dell'eruzione del Vesuvio e dopo i terremoti che hanno colpito i Campi Flegrei, almeno 350 mila residenti dovranno lasciare Napoli

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Dopo i terremoti dei Campi Flegrei la città di Napoli ha un suo piano di evacuazione: in caso di eruzione del Vesuvio, saranno almeno 350 mila i napoletani che dovranno lasciare le loro case per essere messi in sicurezza. È quanto stabilito dalla Protezione Civile, che ha diversificato più piani di evacuazione, con una particolare attenzione verso i residenti diversamente abili. La minaccia, inoltre, si estende anche sul mare, dove è in corso un monitoraggio all’altezza del parco sommerso di Baia in cui si registrano attività che superano la norma.

Terremoti, 350 mila residenti lasceranno Napoli

Come detto in apertura, in caso di eruzione nei Campli Flegrei 350 mila residenti lasceranno Napoli. Lo stabilisce il piano comunale di Protezione Civile, sul quale si esprime il dirigente Pasquale Di Pace.

“Il piano di allontanamento è aggiornato e lo abbiamo sviluppato”, dice Di Pace a ‘Corriere della sera’, che specifica che è stata individuata una “zona rossa” – con il maggior rischio vulcanico – dal quale “143 mila cittadini andranno via in esodo assistito“, mentre per altri 200 mila si prevede un “esodo autonomo”. Per le operazioni “saranno mobilitati 500 autisti dell’Anm”.

terremoti Vesuvio Campi Flegrei Napoli eruzioneFonte foto: ANSA
Dopo i terremoti nei Campi Flegrei, il piano comunale di Protezione Civile ha stabilito che almeno 350 mila residenti dovranno lasciare Napoli in caso di eruzione del Vesuvio

Tra le priorità necessarie a garantire il pieno controllo dopo lo sciame sismico, Di Pace indica “l’analisi di vulnerabilità delle infrastrutture e delle reti idriche, servono 1,7 milioni di euro“.

Per garantire un’organizzazione più capillare del fenomeno del grande esodo in caso di eruzione del Vesuvio, il consigliere Salvatore Guanci chiede “che vengano allestiti centri di raduno nelle varie municipalità e che si attrezzino per ospitare i cittadini in caso di scosse”. Per quanto riguarda i residenti con disabilità, il consigliere Luigi Schiattarella fa notare che le Asl locali “non comunicano (…) gli elenchi degli invalidi e degli allettati presenti sul territorio”, persone per le quali dovrà essere necessario un trasporto.

Musumeci: “Presto le risorse per le case danneggiate”

Per quanto riguarda il terremoto, specialmente dopo la scossa di magnitudo 4.4 che ha terrorizzato i cittadini di Napoli e Pozzuoli, il ministro della Protezione Civile Nello Musumeci in un intervento alla Camera ha garantito che dal governo stanno arrivando “ulteriori misure finalizzate a fronteggiare il contesto di criticità”. Il monitoraggio della vulnerabilità interessa soprattutto il “patrimonio privato”, per un totale di circa 4 mila edifici, 1250 dei quali ubicati “in una zona ad alto, elevato, rischio sismico”.

Per fare ciò esiste già un decreto, il n. 140 del 12 ottobre 2023, al quale Musumeci annuncia un seguito con un secondo decreto “per passare dalla fase ricognitiva a quella realizzativa”, sulla quale il governo sta tentando di quantificare l’ammontare delle risorse necessarie. Più nello specifico, e sempre in riferimento al terremoto di Pozzuoli, per le case lesionate sono in corso i rilievi “da parte dei tecnici e del personale dei vigli del fuoco”. Una volta ottenuti tutti i dati, il governo, come riporta e conclude Musumeci, stanzierà le risorse necessarie a riportare le abitazioni danneggiate nelle condizioni di abitabilità.

La scossa di Pozzuoli

Nino Simeone, presidente della commissione Protezione Civile del Comune di Napoli, fa notare che l’80% della popolazione dei Campi Flegrei non conosce il piano di evacuazione, nonostante le notizie siano presenti ovunque in giro per il web, sia sui siti di informazione che sui canali istituzionali.

Sempre Simeone fa notare che a Pozzuoli “la gente non sapeva dove andare” e per istinto i residenti hanno scelto di convergere verso una piazza. “Questo non possiamo consentircelo”, ha detto Simeone.

L’ultima eruzione del Vesuvio nel 1944

L’ultima eruzione del Vesuvio risale al 1944, quando a partire dalle 16:30 del 18 marzo riprese l’attività del vulcano. In quel momento si verificò un’esplosione che distrusse parzialmente il cono intracraterico. 26 persone morirono schiacciate dai tetti crollati per il peso delle ceneri ardenti.

L’attività si interruppe il 7 aprile, un flagello che colpì un’Italia già dilaniata dalla Seconda Guerra Mondiale.

terremoti-vesuvio-campi-flegrei-napoli-eruzione-2 Fonte foto: ANSA
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