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Tensione tra Israele e Iran, Antonio Tajani richiama gli italiani dal Libano: cosa succede in Medio Oriente

L'Iran annuncia una risposta a Israele, alta tensione in Medio Oriente. Antonio Tajani convoca il G7 e richiama gli italiani dal Libano. Intervista a Ruth Shein, evacuata con un figlio disabile

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Potrebbe essere questione di ore, forse di giorni, ma la risposta dell’Iran, dopo l’attacco di Israele costato la vita al leader di Hamas Ismail Haniyeh, non tarderà e sarà dura. Teheran ha parlato di un’azione per “punire” Tel Aviv, pur precisando che “non cerca di aumentare le tensioni nella regione”. A chiarirlo è stato il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Nasser Kanani, come riportato dall’agenzia Mehr. Nel frattempo Antonio Tajani ha convocato il G7 dei ministri degli Esteri, invitando gli italiani a lasciare il Libano. Cosa succede in Medio Oriente, l’intervista concessa a Virgilio Notizie da Ruth Shein, evacuata da Israele con un figlio disabile.

La guerra in Medio Oriente

La tensione è ormai alle stelle e negli ultimi giorni ha visto un’escalation, dopo oltre 300 giorni dall’inizio della guerra tra Israele e Hamas, in seguito all’attacco del 7 ottobre 2023.

Ad aggravare la situazione è la notizia secondo cui la Russia avrebbe inviato armi all’Iran per sostenere l’azione militare.

antonio tajaniFonte foto: ANSA
Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani

Il tutto mentre l’esercito israeliano ha fatto sapere di aver ucciso in un raid Abdel-Zarii, ministro dell’Economia di Hamas.

Il possibile attacco dell’Iran a Israele

Come riferisce Axios, secondo Antony Blinken, segretario di Stato Usa, l’attacco dell’Iran a Israele potrebbe avvenire nell’arco di poche ore.

In questo scenario non si esclude che Israele possa lanciare un attacco preventivo allo scopo di scoraggiare l’Iran, ma solo in presenza di prove certe di un piano di Teheran in tal senso: un’ipotesi riportata dal Times of Israel e altri media locali, questa, dopo che il premier Benjamin Netanyahu, la sera di domenica 4 agosto, ha convocato un vertice con i capi della sicurezza israeliana.

Antonio Tajani e l’invito agli italiani a lasciare il Libano

Crescono, dunque, i rischi per la popolazione civile in Libano, che rappresenta un altro Paese da cui potrebbe scattare un attacco contro Israele.

Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha esortato gli italiani a evacuare, come ha fatto anche la Turchia.

Si ripetono, intanto, i lanci di missili proprio dal Libano verso il nord di Israele: nelle scorse ore un drone libanese è caduto nelle vicinanze del kibbutz di Malkia, senza provocare vittime.

Un altro obiettivo aereo sospetto che ha attraversato il Libano nella regione della Galilea occidentale è stato invece intercettato. Le sirene hanno suonato per il pericolo di caduta di schegge.

L’intervista a Ruth Shein

Ruth Shein ha 62 anni, è vedova perché il marito è scomparso nel 2007.  Uno dei figli è a capo di una unità speciale che si occupa della protezione delle città e dei villaggi che si trovano al confine con il Libano.  Lui è rimasto lì, come la sorella, mentre Ruth è stata fatta evacuare con il terzo figlio, 35 anni, disabile e che necessita di una persona di sostegno.

Perché avete dovuto lasciare la vostra casa?

“La situazione era diventata troppo pericolosa. Ci hanno fatto evacuare già da qualche mese, dopo l’attacco del 7 ottobre, quando la tensione è cresciuta anche nel nord di Israele per la minaccia di Hezbollah, che ora è ancora maggiore. Noi temiamo molto di più Hezbollah, infatti, perché a differenza di Hamas, i loro combattenti sono molto più armati e forti”.

Dove vi trovate ora?

“Noi abbiamo lasciato il villaggio di Liman, a 3,5 chilometri da confine con il Libano e a circa 10 dalla nota località turistica di Nahariya, che si trova sul mare. Adesso viviamo in un hotel da settimane, a 15 km da quelle che era casa nostra. Mi manca molto, non è facile vivere in una piccola stanza di un albergo, ma mi ritengo comunque fortunata perché qui siamo vicini all’area dove abbiamo sempre vissuto, pur essendo più sicuri. Sentiamo ogni giorno le bombe e i missili, ma ci sentiamo più protetti”.

Ora ci si attende la vendette da parte dell’Iran e del Libano stesso. Com’è la situazione lì?

“Abbiamo vissuto per settimane nel panico, da 10 mesi a questa parte, e anche ora siamo consapevoli del pericolo. Ma temiamo soprattutto Hezbollah: loro sono pericolosi, sono ben armati e colpiscono con precisione. Hanno maturato una grande esperienza a causa della guerra con la Siria e sono molto più temibili di Hamas. Lo sono anche più dell’Iran, per noi che viviamo qui, perché possono colpire non solo il nord di Israele, ma ben oltre la metà, fino a tre quarti del Paese”.

Cosa farete in caso di attacco?

“Vicino all’hotel abbiamo una security room che possiamo raggiungere in pochi secondi e dove possiamo rimanere finché la situazione dovesse richiederlo. Io stessa, però, mi sono premunita: ho comprato una flash light, ho un telefono e mi sono dotata di ricaricatore portatile. Spero non servano, ma so anche che le nostre forze armate ci proteggeranno. Uno dei miei stessi figli è comandante di una unità speciale che si trova nel nord del Paese”.

Cosa chiederebbe alle autorità internazionali, se potesse?

“Di cercare di capire anche la nostra situazione. Noi ebrei siamo sempre stati perseguitati, siamo sempre stati considerati una minoranza nel mondo, sempre visti come diversi. Quando è nato lo Stato di Israele pensavamo di poter finalmente vivere a casa, in pace. Ma così non è. L’Iran sta creando da tempo una cintura intorno a Israele, costituita da cosiddetti proxy, e mira a cancellarci. Ma noi non ce ne andremo: noi sopravviveremo”.

israele-iran-libano Fonte foto: ANSA
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