Tatuaggi del Battaglione Azov, la Russia fa sfilare i soldati ucraini in mutande accusandoli di essere nazisti
I soldati del Battaglione Azov sono stati costretti a sfilare in mutande dai russi: così hanno mostrato all'Occidente i loro tatuaggi nazisti
La prova della denazificazione. Il Ministero della Difesa russo ha mostrato le immagini dei soldati del Battaglione Azov, costretti a sfilare in mutande per due ragioni: evitare loro di nascondere delle armi e far vedere all’Occidente i tatuaggi nazisti dei nemici. Svastiche e soli neri, aquile del Terzo Reich, simboli celtici, persino i ritratti di Adolf Hitler. Chi sono veramente i soldati del Battaglione Azov.
- I tatuaggi dei soldati e i legami col nazismo
- Chi sono i soldati del Battaglione Azov
- Che fine hanno fatto i soldati del Battaglione Azov
- La difesa del Battaglione
I tatuaggi dei soldati e i legami col nazismo
La Russia ha conquistato l’Azovstal e ha deciso di mostrare i trofei di guerra.
L’esercito di Putin ha così costretto i soldati del Battaglione Azov a spogliarsi, tenendo addosso solo le mutande.
Due le ragioni: evitare che potessero nascondere delle armi e mostrare all’Occidente le loro simpatie naziste, attraverso i tatuaggi.
Svastiche e soli neri, aquile del Terzo Reich e simboli celtici: tutte prove mostrate dalle telecamere che giustificherebbero l’operazione di denazificazione dell’Ucraina iniziata il 24 febbraio, con l’invasione ordinata da Putin.
Chi sono i soldati del Battaglione Azov
I soldati del Battaglione Azov sono miliziani che sono rimasti asserragliati per quasi tre mesi dentro l’acciaieria.
Svastiche e tatuaggi, gli Azov trofei di guerra
Uno di loro ha il simbolo del sole nero sul gomito, la runa celtica sull’avambraccio e una svastica sul fianco.
C’è poi chi è costretto a mostrare l’aquila nazista impressa sul collo, la croce celtica al centro del petto, addirittura i ritratti di Hitler.
Su Twitter, ovviamente, queste immagini sono diventate virali.
“Gli Azov che si arrendono. Fittamente decorati con tatuaggi che dimostrano che non c’è nazismo in Ucraina”, ha scritto sarcasticamente il vice rappresentante permanente presso le Nazioni Unite a Ginevra, Alexander Alimov.
In un video, viene chiesto a un soldato perché abbia quei tatuaggi: “Errori di gioventù”. E dopo la sfilata obbligata, ai miliziani del Battaglione Azov è concesso di rivestirsi e di salire su un bus.
Che fine hanno fatto i soldati del Battaglione Azov
In tutto sono circa 2.500 i soldati del Battaglione Azov che si sono consegnati ai russi dopo l’ordine ricevuto dal presidente Volodymyr Zelensky.
La vicepremier, Iryna Vereshchuk, ha promesso che l’Ucraina “si batterà per il ritorno di ognuno di loro”.
Ma dove sono adesso? Secondo Denis Pushilin, capo dell’autoproclamata Repubblica di Donetsk, “sono state detenute e sono in custodia 2.439 persone, di cui 78 donne”.
Nelle immagini diffuse dai russi non appare mai il comandante Denis Prokopenko, portato via dall’acciaieria “con un veicolo blindato speciale” per proteggerlo “dall’ira” della folla, secondo la versione degli invasori.
Così come non appaiono Serhiy Volynskyy, detto Volnya, comandante della 36^ brigata speciale della Marina ucraina, una delle principali forze a difesa dell’Azovstal.
Non è chiaro se i soldati ucraini dovranno affrontare un processo o, ancora, se saranno scambiati.
La difesa del Battaglione
Su Telegram, un soldato – che ha voluto identificarsi soltanto con il nome di battaglia (Kalyna) – ha scritto: “Vi chiedo di non confondere i concetti di patriottismo e nazismo. Dovete capire cos’è Azov. Questi sono gli uomini che, per la maggior parte, hanno preso le armi perché siamo stati attaccati dai russi”. Qui invece le parole di Toni Capuozzo sulla loro identità.