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Tassista nega il Pos a Silvia Salis e urla all'ex campionessa: "È finita la pacchia delle banche"

L'ex lanciatrice del martello e vicepresidente vicario del Coni ha raccontato su Instagram l'episodio, che ha fatto il giro dei social

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Ha chiesto di pagare la corsa del taxi con il bancomat ma il tassista le ha urlato in faccia che “non è più obbligato” e che “può fare come vuole”. L’episodio avvenuto a Genova è accaduto a Silvia Salis, ex campionessa del lancio del martello e vicepresidente vicaria del Coni, che ha raccontato la spiacevole avventura con una storia sul suo profilo Instagram.

La denuncia social di Silvia Salis

“Genova, taxi verso aeroporto” ha scritto Salis “vedo il Pos e quindi chiedo di pagare con il bancomat i 32 euro mi dice di no. Che ora lui non è più obbligato ‘che è finita la pacchia delle banche’ che a lui servono i contanti“,

“Di fronte alle mie obiezioni – è il racconto della scena – ha iniziato a urlare contro con arroganza che ora, lui, può fare come vuole, ora lui può fare, finalmente, come vuole. Italia 2022″.

Tassista nega il Pos a Silvia Salis e urla all'ex campionessa: Fonte foto: ANSA
Silvia Salis ai campionati del mondo di atletica del 2011 in Corea del Sud

Il tema dell’obbligo del Pos

L’ex campionessa del lancio del martello, con dieci titoli in bacheca, è sposata dal 202o con il regista Fausto Brizzi e fa spesso la spola tra Genova e Roma anche per motivi professionali .

L’episodio denunciato sul suo profilo Instagram ha fatto velocemente il giro dei social, perché tocca un tema sensibile come l’obbligo del pagamento tramite Pos per gli esercenti, ancora più attuale dopo l’intenzione manifestata dal Governo nella manovra di alzare la soglia a 60 euro entro la quale la moneta elettronica può essere rifiutata.

La precisazione di Salis

In seguito al clamore suscitato dall’episodio Silvia Salis ha però voluto precisare il suo messaggio con una nota inviata al Corriere della Sera.

Innanzitutto, voglio ringraziare i taxisti onesti che svolgono un servizio pubblico indispensabile, e che si dotano degli strumenti per accettare ogni tipo di pagamento, e che sono la stragrande maggioranza – ha puntualizzato Salis in una nota al Corriere – Segnalo, ad esempio, il taxista che ho incontrato al mio arrivo sabato all’Aeroporto di Genova, a termine corsa gli ho comunicato che avrei pagato con la carta, e lui mi ha detto ‘certamente signora, ma la invito a portare con lei del contante perché molti miei colleghi le faranno dei problemi'”

In questi anni ho subito però decine di episodi come quello che ho denunciato – ha scritto la vicepresidente del Coni – facendo un largo uso per motivi professionali del taxi in tutta Italia. Ho deciso però di raccontare questo, innanzitutto per il livello di aggressività verbale, ma soprattutto perché per la prima volta ho avvertito che il mio interlocutore si sentiva legittimato a comportarsi così, pur avendo il pos in auto”.

“È un peccato – conclude – che soggetti di questo genere screditino una categoria fondamentale per la mobilità nel nostro paese, una categoria di lavoratori onesti esposti a turni stancanti e a grandi rischi. Sono i tassisti perbene, non i clienti come me, i primi ad essere danneggiati da questi episodi“.

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