Taglio tassi Bce e mutui, conseguenze sulle rate sul tasso fisso e sul tasso variabile: ribassi in arrivo
Via libera al taglio dei tassi dalla Bce. Cambiano le rate di mutui e prestiti a tasso fisso e variabile. A quanto ammontano i ribassi
La Bce ha deciso il taglio dei tassi d’interesse di 25 punti base. Il tasso sui rifinanziamenti principali scende quindi da 4,50% a 4,25%, quello sui depositi dal 4% al 3,75%, e quello sui prestiti marginali dal 4,75% al 4,50%. Si tratta del primo taglio dopo 9 rialzi consecutivi, cominciato a luglio 2022 e che hanno portato le rate dei mutui e dei finanziamenti a lievitare. Ora si aspettano significativi ribassi, già dal mese di giugno.
- Bce taglia sui tassi
- Mutui a tasso variabile: come cambiano
- Mutui a tasso fisso: cosa succede
- Nuovi tagli all’orizzonte? Bce sceglie la prudenza
Bce taglia sui tassi
La Bce, come preventivato, ha annunciato un taglio dei tassi d’interesse di 25 punti base. La decisione ha portato:
- il tasso sui rifinanziamenti principali al 4,25%;
- il tasso sui depositi al 3,75%;
- il tasso sui prestiti marginali al 4,50%.
La decisione è arrivata in seguito alle analisi sulle condizioni europee, tra cui i risultati raggiunti dall’inflazione (con la carta igienica che segna +44%). In Italia infatti si viaggia sotto l’1%, mentre in Europa la media è ancora sopra il 2%, la percentuale entro la quale la Bce vuole fa rientrare il fenomeno prima di dichiarare la vittoria.
Mutui a tasso variabile: come cambiano
Il ribasso dei tassi deciso dalla Bce porta benefici ai mutuatari con prestiti a tasso variabile. Secondo Massimo Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori (Unc), il taglio di 25 punti base potrebbe tradursi in un ribasso della rata mensile di circa 18 euro, ovvero 216 euro all’anno.
La Federazione autonoma bancari italiani (Fabi) inoltre prevede ulteriori vantaggi per le famiglie, non solo per l’acquisto di case ma anche per beni come automobili ed elettrodomestici. Di conseguenza alla decisione, le banche hanno già iniziato ad abbassare i tassi sui mutui, con una media attuale del 3,69% rispetto a livelli superiori al 5% del 2023.
Mutui a tasso fisso: cosa succede
Per i mutuatari con mutui a tasso fisso, il taglio dei tassi della Bce non avrà un impatto significativo. Al momento infatti godono di ottima salute, visto che hanno condizioni più favorevoli rispetto alla tipologia “variabile”. Dall’inizio del 2024 sono aumentate le richieste di mutuo a tasso fisso del +17%.
La riduzione dei tassi di interesse potrebbe comunque influenzare le future offerte, rendendoli più convenienti perché competitivi. Le banche potrebbero quindi reagire al taglio dei tassi adeguando le loro offerte, rendendo i mutui a tasso fisso una scelta più adatta ai nuovi mutuatari o per chi desidera una maggiore stabilità nei pagamenti.
Nuovi tagli all’orizzonte? Bce sceglie la prudenza
La Bce ha dichiarato che le future decisioni sui tassi d’interesse saranno basate su una valutazione continua delle prospettive di inflazione. Nonostante il recente taglio, l’inflazione rimane infatti un fattore cruciale. Le stime attuali indicano che l’inflazione complessiva potrebbe attestarsi al 2,5% nel 2024 e al 2,2% nel 2025.
Christine Lagarde, presidente della Bce, ha sottolineato che, malgrado i progressi, persistono forti pressioni interne sui prezzi come olio, cacao, carta igienica, benzina e diesel e molto altro. Questo potrebbe mantenere l’inflazione sopra l’obiettivo del 2% e influenzando di conseguenza le future decisioni della politica monetaria.