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Taglio tassi Bce, come cambiano i mutui ma non solo: le novità sulle rate e i problemi per i risparmiatori

Il taglio dei tassi voluto dalla Bce in risposta al calo dell'inflazione avrà un effetto benefico sui mutui. Ma comporterà anche minori rendimenti su depositi e investimenti

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La Bce ha deciso per il taglio di 25 punti base dei tassi di interesse sui prestiti per l’area euro. La mossa è finalizzata a dare impulso all’economia. L’onda lunga della scelta investirà anche i mutui e in particolare quelli a tasso variabile che diventeranno più vantaggiosi. Cala, in sintesi, il costo del denaro. Cala, cioè, il prezzo che famiglie e imprese dovranno affrontare per prendere in prestito il denaro dalle banche e dalle finanziarie. Ma il taglio dello 0,25% porterà anche alcuni svantaggi per i risparmiatori.

Le stime sull’inflazione

La Bce mantiene le sue stime sull’inflazione per l’Eurozona per il 2024 al 2,5%, per il 2025 al 2,2% e all’1,9% per il 2026. L’andamento previsto dell’inflazione è alla base della scelte di tagliare i tassi. A un’inflazione più alta corrisponde infatti tradizionalmente un aumento dei tassi. Quando l’inflazione cala, viene invece tagliato il costo del denaro.

L’inflazione, rende noto la Banca centrale europea in una nota, dovrebbe tornare ad aumentare verso la fine dell’anno in corso a causa della fine degli effetti dei precedenti ribassi dei prezzi dell’energia.

Christine LagardeFonte foto: IPA

La presidente della Banca centrale europea, Christine Lagarde.

È prevista poi una diminuzione dell’inflazione fino a raggiungere l’obiettivo della Bce nella seconda metà del prossimo anno. La Bce ha inoltre leggermente rivisto al ribasso le previsioni di crescita del Pil, stimando un aumento dello 0,8% nel 2024, dell’1,3% nel 2025 e dell’1,5% nel 2026, a causa della debolezza della domanda interna.

Le novità sulle rate dei mutui

Dopo il taglio dei tassi voluto dalla Bce, il secondo taglio dopo quello di giugno, in ottobre le banche potrebbero lanciare offerte promozionali sui finanziamenti per la casa, offrendo ulteriori opportunità di risparmio per le famiglie. Ne è convinto Guido Bertolino, responsabile business development di MutuiSupermarket, citato dalla Stampa.

Per quanto riguarda i mutui a tasso variabile, il taglio dei tassi è positivo per chi ne abbia già stipulato uno o per chi intenda accenderlo. Si prevede infatti una riduzione delle rate: con un calo di circa 18 euro subito e fino a 85 euro entro metà 2025.

Per quanto riguarda invece i mutui a tasso fisso, anche gli indici Irs sono scesi di circa 20 punti base. E le aspettative del mercato indicano ulteriori possibili riduzioni delle rate nei prossimi mesi.

I possibili problemi per i risparmiatori

Ogni medaglia ha il suo rovescio. Per quanto riguarda i conti deposito e i prodotti di risparmio, il taglio comporterà un calo dei tassi di interesse, riducendo i rendimenti per i risparmiatori. Se alcuni conti deposito offrivano tassi fino al 4% ora si fermeranno intorno al 3%.

E i nuovi titoli di Stato offriranno rendimenti più bassi, ma quelli emessi in passato diventeranno più appetibili e potrebbero aumentare di valore.

Con il calo dei tassi, i prestiti diventeranno più economici, ma le banche potrebbero trasferire questo beneficio ai clienti con un certo ritardo. In ogni caso, per l’economia nel suo complesso la situazione diventerà più agevole: si prevede infatti che a prestiti più vantaggiosi corrisponda una maggiore spinta all’acquisto da parte dei consumatori.

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