Taglio del cuneo fiscale, la proposta del governo ai sindacati
L'idea è stata illustrata dal governo al tavolo con i sindacati a Palazzo Chigi
Al tavolo con i sindacati a Palazzo Chigi il governo del premier Giuseppe Conte ha ipotizzato un taglio del cuneo fiscale che interesserà i redditi fino a 40mila euro, arrivando a 100 euro al mese per chi guadagna fino a 28 mila euro, per poi scendere con un doppio sistema di decalage. Stando a quanto riferito da Ansa dopo i 28mila euro e fino ai 35 mila, la riduzione delle tasse calerebbe gradualmente fino ad arrivare a 80 euro al mese mentre oltre i 35 mila euro scenderebbe ancora fino ad azzerarsi.
La proposta, fin qui solo ipotizzata, potrebbe portare anche alla trasformazione del bonus fiscale in detrazione oltre un soglia concordata. Il taglio del cuneo fiscale interesserà circa 16 milioni di lavoratori. L’ipotesi illustrata ai sindacati prevede benefici che vanno da un massimo di 1.200 euro l’anno per i redditi più bassi (tra circa 8.200 e 28mila euro di reddito), per poi scendere gradualmente fino ai 192 euro annui che arriveranno nella busta paga di chi guadagna 39mila euro e zero per chi arriva a 40mila.
Chi ha redditi fino a 33mila euro potrà contare su un beneficio appena sopra i 1.000 euro. Chi ne guadagna 37mila avrà circa 576 euro l’anno in più.
Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, nel corso dell’incontro, ha dichiarato: “L’appuntamento oggi è dedicato alle modalità di attuazione del taglio del cuneo e al progetto di riforma complessiva del sistema fiscale, in particolare l’Irpef, che è fondamentale per semplificare il nostro sistema tributario e ridurre il carico fiscale su famiglie, lavoratori e pensionati. Coinvolgeremo nel piano di riforma fiscale anche i pensionati. L’obiettivo è restituire sicurezza economica ai lavoratori e alle famiglie, rendendo più equo il sistema tributario”.
Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, al termine dell’incontro ha sottolineato: “Una giornata importante perché dopo tanti anni c’è un provvedimento che aumenta il salario netto di una parte dei lavoratori dipendenti. Questo è un primo risultato, che interessa 15-16 milioni di persone che vedrà aumentare il netto in busta paga, nessuno diventa ricco, ma la strada è quella giusta”.
“Non è una risposta che potrà soddisfare tutti, ma è un primo passo importante. Lo sottolineo perché abbiamo portato milioni di donne e uomini del lavoro sulle piazze per arrivare a questo risultato, in oltre un anno di mobilitazione. Un risultato parziale ma positivo”. Così la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan che ha anche sottolineato il nodo degli incapienti e chiesto benefici anche per i pensionati, ribadendo la necessità di una riforma complessiva del fisco.