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Saman Abbas

Tutto quello che c’è da sapere sulla morte di Saman Abbas, il coinvolgimento dei genitori e dello zio, il ritrovamento del corpo a Novellara e la condanna

di Antonio Cardarelli

Saman Abbas era una 18enne di origini pakistane uccisa da alcuni parenti a Novellara, piccolo centro in provincia di Reggio Emilia, il 30 aprile 2021. Il corpo è stato scoperto mesi dopo la scomparsa della giovane e le indagini che hanno portato all'individuazione dei responsabili sono state condotte tra Italia, Francia, Spagna e Pakistan. Sono cinque, al momento, gli imputati: lo zio Danish Hasnain, i cugini Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq (tutti e tre in carcere), il padre Shabbar Abbas (arrestato in Pakistan) e la madre Nazia Shaheen (ancora latitante in patria). Devono rispondere di omicidio premeditato in concorso, sequestro di persona e soppressione di cadavere. Il movente dell'omicidio è da ricercarsi nel rifiuto della giovane a un matrimonio concordato organizzato dalla famiglia.

Chi era Saman Abbas
Nata il 18 dicembre 2002 nei pressi di Lahore, in Pakistan, Saman Abbas si è trasferita in Italia nel 2016 insieme ai genitori e al fratello più piccolo. La famiglia si stabilisce a Novellara, in provincia di Reggio Emilia, dove il padre lavora come bracciante agricolo per un'azienda. L'inserimento di Saman nella nuova comunità risulta facile, e la giovane ottiene senza intoppi il diploma di licenza media. Ma i genitori, nonostante la volontà della ragazza, decidono di non farle proseguire gli studi. All'inizio del 2020 Saman Abbas conosce su TikTok il 22enne pakistano Saqib Ayub, anche lui residente in Italia. Dopo mesi di messaggi e telefonate, i due si incontrano per la prima volta a gennaio 2021 a Bologna.

La "ribellione" di Saman Abbas contro il matrimonio combinato
Sarà proprio Saqib Ayub a denunciare la scomparsa di Saman. I genitori della ragazza, però, sono contrari a questo rapporto e organizzano per Saman un matrimonio combinato con un cugino residente in Pakistan. A quel punto Saman diventa una sorta di reclusa in casa e prova a ribellarsi. Prima tenta il suicidio, poi scappa in Belgio ma viene riportata a casa. Infine, nel novembre 2020, due mesi prima la data del matrimonio combinato, chiede aiuto ai servizi sociali che a loro volta avvertono le forze dell'ordine. La giovane viene trasferita in una comunità dove rimane fino all'11 aprile 2021, giorno in cui decide di tornare a casa per recuperare il passaporto e iniziare una nuova vita con il fidanzato Saqib Ayub. La situazione precipita di nuovo poiché i genitori si rifiutano di consegnarle i documenti: il 22 aprile Saman sporge una nuova denuncia contro i suoi familiari. Dal 30 aprile 2021 si perdono le sue tracce.

La prima svolta: il racconto del fratello di Saman Abbas
Per ricostruire quanto accaduto la sera del 30 aprile è fondamentale il racconto del fratello 18enne di Saman. I genitori, con la scusa di riconsegnare i documenti, attirano la giovane in una trappola e la consegnano allo zio Danish Hasnain e ai cugini Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq, che secondo la ricostruzione degli inquirenti la uccidono e fanno scomparire il corpo. A suffragare questa ipotesi è il racconto del fidanzato di Saman, Saqib Ayub. Saman, la sera prima della scomparsa, aveva sentito i genitori parlare di un omicidio. "Ho sentito che dicevano "uccidiamola"... una cosa del genere, mia madre mi ha detto non parliamo di te ma di una ragazza del Pakistan", aveva detto Saman al fidanzato.

L'arresto dello zio e dei due cugini di Saman
I sospetti degli inquirenti vengono rafforzati dalla sparizione dei genitori, ripresi all'aeroporto di Malpensa il giorno successivo alla scomparsa di Saman mentre partono verso il Pakistan. La svolta arriva il 10 maggio 2021, quando il fratello di Saman viene fermato a Imperia mentre è in compagnia dello zio. Quest'ultimo viene rilasciato perché a suo carico non c'è ancora nessun mandato di cattura. Una volta accompagnato in una struttura protetta, il fratello della ragazza racconta agli inquirenti che è stato lo zio a uccidere Saman strangolandola. "I miei parenti dicevano che bisognava ucciderla", dice il ragazzo. Una telefonata del padre di Saman, Shabbar, a una parente rimasta in Italia conferma questa ricostruzione. "Per me la dignità degli altri non è più importante della mia (…) – le parole dell'uomo – io ho lasciato mio figlio in Italia. Ho ucciso mia figlia e sono venuto, non me ne frega nulla di nessuno", dice il padre di Saman. Nel frattempo le forze dell'ordine riescono a individuare in Spagna e in Francia il cugino Ikram, lo zio Danish e l'altro cugino Nomanhulaq. I tre confessano l'omicidio e spiegano che il cadavere della ragazza, dopo essere stato fatto a pezzi, è stato consegnato a un'altra persona incaricata di farlo sparire.

L'arresto del padre di Saman Abbas
Il 15 novembre 2022 viene arrestato in Pakistan Shabbar Abbas, padre di Saman, che viene individuato nella regione del Punjab. Nell'interrogatorio successivo all'arresto l'uomo smentisce il racconto dei partenti e spiega che la figlia è viva. Ma il 19 novembre 2022, su indicazione dello zio Danish, viene ritrovato il corpo che si ritiene appartenga a Saman. Il ritrovamento avviene in un casolare abbandonato a poche centinaia di metri di distanza dalla casa della famiglia Abbas, a Novellara. Il cadavere viene ritrovato in una fossa profonda due metri. La Procura di Reggio Emilia ha aperto un nuovo fascicolo d'inchiesta per accertare l'eventuale coinvolgimento di altre persone nella vicenda. Nel frattempo proseguono le ricerche di Nazia Shaheen, madre di Saman, che gli inquirenti ritengono sia ancora latitante in Pakistan.

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