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Olocausto

Tutto quello che c'è da sapere sulla storia dell’Olocausto, lo sterminio con cui Hitler provò a cancellare per sempre gli ebrei (e non solo loro)

di Mauro Di Gregorio

L'Olocausto fu un periodo di stermini in cui i nazisti e i loro alleati perseguitarono e uccisero sistematicamente persone giudicate inferiori o indesiderabili per motivi razziali, sociali e politici.

Durante l’Olocausto i nazisti uccisero fra i 15 e i 17 milioni di persone. Si stima che gli ebrei massacrati furono 6 milioni. Durante gli anni dell’Olocausto, cioè fra il 1933 e il 1945, furono assassinati due terzi degli ebrei d’Europa.

Oltre agli ebrei furono metodicamente sterminati anche omosessuali, minoranze etniche come rom, sinti, slavi e neri, dissidenti, prigionieri di guerra, disabili, massoni, fedeli appartenenti a gruppi religiosi minoritari come testimoni di Geova e pentecostali, oltre a persone appartenenti a diverse altre categorie.

Pochi altri accadimenti hanno lasciato un impatto talmente profondo e duraturo nella storia. L’Olocausto è uno degli eventi più orribili dell’esperienza umana e un duro monito su quali effetti possano sortire mistificazione, pregiudizio e odio portati alle estreme conseguenze.

Olocausto: significato ed etimologia
Il termine ‘olocausto’ deriva dal greco ‘ὁλόκαυστον’ (holòkauston), che significa ‘completamente bruciato’.

Si tratta di una parola composta nata dall’unione di due termini: ‘ὅλος’ (òlos) che significa ‘tutto’ e il verbo ‘καίω’ (kàio) che significa ‘brucio’. Il termine utilizzato dai greci indica il sacrificio con il quale gli ebrei bruciavano completamente un animale nel corso dei loro rituali sacri così che i suoi fumi potessero raggiungere Dio. Scopo di tale sacrificio rituale era rinnovare l’alleanza fra Dio e il popolo ebraico.

Nessuna parte del corpo dell’anima poteva essere consumata dopo tale rito per cui nel passare dei secoli il termine ha assunto il significato di ‘sacrificio estremo’.

Olocausto e Shoah
Per quanto riguarda lo sterminio degli ebrei, ‘Shoah’ è il termine più corretto, perché parola di origine ebraica e perché parola che indica una ‘sciagura’ o una ‘tempesta devastante’. Il termine ‘shoah’ viene utilizzato più volte nei testi sacri per indicare catastrofi alle quali non è possibile sfuggire. Nel Vecchio Testamento è utilizzata, ad esempio, in Isaia 47/11:

“Ti verrà addosso una sciagura che non saprai scongiurare; ti cadrà sopra una calamità che non potrai evitare. Su di te piomberà improvvisa una catastrofe che non avrai previsto”.

Olocausto: cosa successe fra il 1933 e il 1945
Dalla Prima Guerra Mondiale la Germania uscì in ginocchio economicamente, militarmente, politicamente e demograficamente. Durante il conflitto morirono quasi 2 milioni e mezzo di tedeschi, fra militari e civili.

L'articolo 231 del Trattato di Versailles accusò la Germania in qualità di "responsabile, per esserne stata la causa, di tutte le perdite e di tutti i danni subiti dai governi alleati e associati e dai loro nazionali in conseguenza della guerra loro imposta dalla aggressione della Germania e dei suoi alleati". Ciò costrinse la Germania a dover corrispondere altissimi debiti di guerra agli ex nemici. Inflazione e disoccupazione colpirono duramente l’economia.

L'imperatore Guglielmo II fu costretto ad abdicare e fu instaurata la Repubblica di Weimar. Il Paese fu scosso da agitazioni e violente proteste, represse nel sangue.

In questo drammatico clima un giovane reduce di origine austriaca di nome Adolf Hitler covava sentimenti revanscisti. Hitler frequentava le birrerie di Monaco di Baviera, luogo in cui gli uomini si riunivano per bere e discutere. La sua dialettica esplosiva e suggestiva infiammava l’uditorio e in breve il giovane conquistò un seguito.

Hitler inizialmente aderì al Partito Operaio Tedesco, ma poi ne fondò un suo: il Partito Nazionalsocialista (NSDAP), meglio conosciuto come Partito Nazista.

Uno dei temi più ricorrenti nei discorsi di Hitler era la presenza di nemici interni dediti al sabotaggio dell’economia e della vita sociale tedesca dall’interno. I nemici per Hitler erano essenzialmente tre: i politici che avevano tradito il popolo tedesco, i comunisti e gli ebrei, considerati razza inferiore rispetto agli ariani, infidi, portatori di morbi fisici e menomazione morale. Per Hitler gli ebrei e il complotto giudaico volto alla conquista del mondo erano un’ossessione.

Fin dai tempi antichi gli ebrei furono un popolo discriminato e a tratti perseguitato. Ma con l’avvento del Terzo Reich si assisté a un tentativo di eradicazione senza precedenti di un intero popolo, in un vero e proprio processo di ingegnerizzazione dell’assassinio di massa.

Adolf Hitler prestò giuramento come Cancelliere il 30 gennaio 1933. Gli oppositori e i ‘nemici’ del popolo furono colpiti con il pieno appoggio del governo. Le SA, il corpo paramilitare nazista noto come ‘camicie brune’, colpivano sindacalisti e oppositori politici. Ma, soprattutto, colpivano gli ebrei.

Migliaia di ebrei tedeschi cercarono rifugio all’estero.

Nel 1935 le leggi di Norimberga privarono gli ebrei tedeschi del loro status di cittadini. Decine di migliaia di persone furono licenziate dagli impieghi statali. Nelle città tedesche spuntarono i primi cartelli con scritto “ingresso proibito agli ebrei”.

L’anno successivo gli ebrei furono espulsi dagli ordini professionali e da buona parte delle attività economiche.

Furono emanate leggi sul coprifuoco specifiche per gli ebrei, oltre a diverse altre discriminazioni.

In Italia Benito Mussolini, alleato di Hitler, annunciò le leggi razziali il 18 settembre 1938 nel discorso di Trieste. Poche settimane prima, nel luglio del 1938, veniva pubblicato il Manifesto della razza su ‘Il Giornale d’Italia’. Il succo: la purezza della razza italiana non doveva essere contaminata con incroci con altre razze, come quella ebraica.

Con le leggi razziali il fascismo italiano proibì i matrimoni misti, impedì agli ebrei di possedere o dirigere grandi aziende, di possedere grandi appezzamenti di terreno, di prestare servizio militare, proibì agli ebrei di lavorare per datori di lavoro italiani non ebrei, obbligò gli ebrei a denunciare la propria appartenenza razziale alle autorità, proibì agli ebrei di esercitare una quantità di professioni e impedì ai bambini ebrei di frequentare le stesse scuole dei loro coetanei italiani.

Fra il 9 e il 10 novembre 1938 in Germania avvenne un fatto passato alla storia come ‘Notte dei cristalli’ un pogrom durante il quale migliaia di negozi, luoghi di lavoro, case degli ebrei e sinagoghe vennero distrutte dalle SS. Durante la notte avvennero anche stupri, regolamenti di conti, linciaggi e violenze di ogni tipo.

Le devastazioni si allargarono anche ad Austria e Cecoslovacchia, territori annessi.

Il pretesto che portò alla Notte dei cristalli fu l’omicidio avvenuto il 9 novembre 1938 a Parigi del diplomatico tedesco Ernst Eduard vom Rath, assassinato dal 17enne ebreo Herschel Grynszpan, desideroso di vendicare gli ebrei tedeschi perseguitati.

Hitler fece in modo che la polizia si ritirasse così che gli ebrei divenissero vittime inermi delle SS e dei cittadini inferociti fomentati dal regime. L’unica raccomandazione del regime fu quella di evitare che gli incendi e le devastazioni si propagassero danneggiando abitazioni e negozi dei tedeschi non ebrei.

Nel 1939 la Germania invase la Polonia e la conquistò senza difficoltà. Gli ebrei polacchi, quasi 3 milioni di persone, iniziarono ad essere confinati in ghetti dove vivevano in condizioni di privazione e miseria.

Dal 1941 gli ebrei furono costretti a indossare una stella di David gialla quando uscivano di casa e gli fu proibito di emigrare.

Nel 1941 Hitler decise di colpire l’Unione Sovietica con l’obiettivo di espandere lo spazio vitale tedesco e avere al contempo ragione di un pericoloso paese abitato da ‘untermensch’ (sub-umani), per di più comunisti.

Avanzando a est, Hitler colpì anche gli ebrei dei territori che andava occupando. Allo stesso modo internò nei campi di concentramento genti gitane e milioni di prigionieri russi.

Il 20 gennaio 1942 si tenne a Berlino la Conferenza di Wannsee fra 15 gerarchi nazisti. All’ordine del giorno la ‘soluzione finale della questione ebraica’, nonché il destino dei dissidenti e di tutti gli untermensch. Scopo della riunione fu quello di stabilire cosa fare di oltre 10 milioni di persone, sfruttandole secondo le esigenze del Reich che necessitava di personale da schiavizzare ai lavori forzati nei campi di concentramento. Gli inabili al lavoro invece sarebbero stati sterminati subito.

Nei campi di sterminio le persone morivano nelle camere a gas o per fucilazioni. Oppure per fame, freddo, fatica, percosse e malattie. I loro corpi venivano bruciati nei forni crematori.

Migliaia di bambini morirono perché vittime degli esperimenti pseudoscientifici del dottor Josef Mengele, il quale studiava i piccoli pazienti come fossero animali da laboratorio sottoponendoli a qualsiasi crudeltà senza anestesia.

Dal settembre 1943 in Italia le discriminazioni contro gli ebrei divennero vere e proprie persecuzioni: i repubblichini di Salò diedero il via ad arresti di massa e a deportazioni verso i campi di sterminio nazisti. Vennero deportati quasi 10.000 di ebrei italiani verso i campi di sterminio dell’Europa centrale e orientale.

I morti dell’olocausto
Il numero esatto delle vittime dell’Olocausto non si conosce. Fra i 15-17 milioni di morti causati dal nazismo, le stime degli storici parlano di 6 milioni di ebrei assassinati, 4 milioni di morti fra polacchi, ucraini e bielorussi, 3 milioni di prigionieri di guerra sovietici, 2 milioni di morti fra i politici, 350mila serbi uccisi, 25mila sloveni, 250mila gitani, 250mila disabili, 1.900 testimoni di Geova, 15mila omosessuali, oltre a diverse migliaia di criminali comuni e migliaia di persone appartenenti ad altre categorie invise al regime.

Perché il 27 gennaio è il Giorno della Memoria?
Le vittime dell’Olocausto vengono commemorate ogni anno il 27 gennaio nella Giornata della Memoria. La data è stata scelta dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 2005 con la Risoluzione 60/7. Si è scelto il 27 gennaio perché in quel giorno del 1945 l'Armata Rossa liberò il campo di concentramento di Auschwitz, il campo di sterminio più famoso in cui fra il 1940 e il 1944 furono trucidati 1 milione di prigionieri, in buona parte ebrei.

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