Italia Viva
Tutto su Italia Viva, il partito nato dalla grande fuga degli scontenti democratici fondato nel 2019 dall’ex premier Matteo Renzi
di Luca Bucceri
Gli ultimi anni hanno regalato alla politica italiana tante novità, da volti nuovi in Parlamento a vere e proprie formazioni che solo qualche legislatura fa non esistevano completamente. Se uno degli esempi che viene di certo in mente è il Movimento 5 Stelle, un altro che ha preso forma da pochissimo è Italia Viva.
Dal 2019 a oggi il partito IV, fondato da Matteo Renzi, ha saputo farsi notare nel panorama politico italiano prestando uomini e donne per ruoli importanti nei vari esecutivi, ma anche (e soprattutto) per aver indirizzato il futuro di diversi governi.
Italia Viva, il partito nato dagli scontenti del Pd
Italia Viva, come detto, è un partito nato relativamente da poco. Nel 2019, infatti, un forte moto di scissione dal Partito Democratico ha portato Matteo Renzi, ex segretario dem nonché ex presidente del Consiglio, a lasciare il partito e, pochi giorni dopo, annunciare la nascita del nuovo gruppo. Il giorno del grande addio è quello del 16 settembre 2019, quando in un’intervista a La Repubblica l’ex sindaco di Firenze ha annunciato il proprio allontanamento dal Pd per la formazione di un nuovo partito chiamato, per l’appunto, Italia Viva.
Soltanto pochi giorni dopo, nel pieno della formazione del governo Conte II, Italia Viva prende forma in Parlamento con due gruppi da 26 e 14 membri tra Camera dei Deputati e Senato.
La scommessa di Renzi viene quindi accettata anche da altri parlamentari che, via via, abbandonano il Pd e altri gruppi per unirsi alla neonata IV. Con Roberto Giachetti, Maria Elena Boschi, Teresa Bellanova ed Elena Bonetti il partito è infatti sempre più ricco di volti di spessore della politica italiana.
Chi è Matteo Renzi
Fondatore del partito, Matteo Renzi è stato sindaco di Firenze dal 2009 a 2014, segretario del Partito Democratico 2013 al 2017 nonché presidente del Consiglio dei Ministri dal 2014 al 2016. È grazie al suo malumore nei confronti della dirigenza dei dem che è nata Italia Viva, partito nel quale è leader indiscusso dal settembre 2019 e col quale è senatore dallo stesso anno.
Chi è Maria Elena Boschi
Classe 1981 ex Pd, Maria Elena Boschi ricopre oggi la carica di deputata all’interno del Parlamento formatosi nelle recenti elezioni del settembre 2022. In precedenza capogruppo del partito alla Camera, Boschi è stata una delle prime parlamentari a scommettere su Italia Viva seguendo l’amico, nonché uomo di fiducia Matteo Renzi. All’ex premier, infatti, la 42enne aretina deve il suo incarico da ministra per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento tra il 2014 e il 2016, incarico poi seguito da quello di segretaria del Consiglio dei ministri nel governo Gentiloni.
Chi è Roberto Giachetti
Tra i primi ad aderire a Italia Viva c’è stato anche Roberto Giachetti, attuale segretario della Camera e deputato. In precedenza Vicepresidente della Camera tra il 2013 e il 2018, Giachetti ha sfiorato anche l’incarido da sindaco di Roma dopo la candidatura del marzo 2016. Il classe 1961, ai tempi militante nel Pd, si dovette arrendere a Virginia Raggi al ballottaggio.
Dalla rottura col Pd alla crescita elettorale
Nel giro di poche settimane dalla rottura col Pd alla nascita del partito, Italia Viva ha raccolto l’adesione di numerosi parlamentari scontenti della propria posizione all’interno dei vari gruppi presenti tra Montecitorio e Palazzo Madama. Con una formazione via via sempre più di spessore, il gruppo fondato da Matteo Renzi si è fatto strada, con la possibilità di avere un ruolo importante nella politica italiana.
Nel 2019 ha manifestato quindi il suo sostegno al governo Conte II, con l'alleanza con il Movimento 5 Stelle considerata pro tempore e destinata solo a sostenere il suddetto esecutivo e non a diventare un'alleanza politico-elettorale sistemica. All'interno del governo, nei primi mesi di attività, il partito ha avanzato proposte sullo sblocco dei cantieri (Piano Italia Shock), la riforma dell'IRPEF, il mantenimento della prescrizione (comportando uno scontro nella maggioranza, in particolare con il ministro della giustizia Alfonso Bonafede) e il sostegno alle famiglie (pacchetto "Family Act" della ministra Bonetti).
Nel 2020, dopo aver accolto nuove figure tra gli scontenti, la crescita elettorale si fa sentire, anche se non con i risultati sperati. A gennaio il partito sostiene la coalizione di centrosinistra con a capo Stefano Bonaccini per le regionali in Emilia Romagna, mentre a settembre arrivano le prime candidature nelle regionali di Liguria (Massardo), Puglia (Scalfarotto) e Veneto (Sbrollini), anche se nessuno dei candidati ha conquistato la massima poltrona.
Il 2021 è l’anno del “terremoto” politico. Dopo settimane di tensioni nella maggioranza del Conte II, Renzi ha infatti deciso di far dimettere gli esponenti di IV all’interno dell’esecutivo, innescando la crisi di governo che ha portato alla caduta dello stesso esecutivo e alla salita al colle di Mario Draghi. Dopo aver appoggiato la formazione del nuovo Governo, IV perde pezzi con l’addio di Eugenio Comencini che ha fatto ritorno al Pd con tanto di polemica al partito: “Italia viva appare sospesa, non decisa su aspetti sui quali non può esserci confusione”. Lo seguono poi Scoma e Grimani.
Le elezioni del 2022 e la nascita del Terzo Polo
Dopo aver preso vari accordi con forze del centrodestra (per le elezioni amministrative di Genova, Rieti e Venezia), con la caduta del governo Draghi Italia Viva dà vita al Terzo Polo con Azione di Carlo Calenda. I tira e molla di Calenda con il Pd, infatti, hanno portato il leader IV ad avvicinarsi sempre di più a lui, riuscendo a raggiungere all’accordo che ha portato i due gruppi a unirsi per presentare una lista unitaria in vista delle politiche di settembre.
L’accordo è raggiunto l’11 agosto, con Calenda indicato come capo politico. Alle elezioni la lista Azione - Italia Viva prende il 7,79% alla Camera (2.186.747 voti) con 21 deputati eletti (12 di Azione e 9 di Italia Viva) e il 7,73% al Senato (2.131.310 voti) con 9 senatori eletti (5 di Italia Viva e 4 di Azione). Con l'inizio della nuova legislatura la lista costituisce gruppi comuni in entrambe le camere.
Gli incarichi nei governi dal 2019 al 2022
Dal 2019 ad oggi, come detto, Italia Viva ha ricoperto importanti ruoli istituzionali nei tre governi che si sono susseguiti (Conte II, Draghi e Meloni). Nello specifico, nel biennio 2019-21 col governo Conte II IV ha “prestato” nomi come quelli di Teresa Bellanova, Elena Bonetti e Ivan Scalfarotto.
A Bellanova è stato dato l’incarico di ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, a Bonetti il ministero per le pari opportunità e la famiglia mentre a Scalfarotto il ruolo da segretario agli esteri.
I tre sono stati protagonisti anche nel governo Draghi, con Bellanova che ha ricevuto l’incarico di viceministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, Bonetti ha avuto la conferma nel ministero per le pari opportunità e Scalfarotto è passato a sottosegretario all’interno.
Attualmente, nel governo Meloni, nessun ministero è ovviamente ricoperto da membri del partito che però ha attualmente in Parlamento 9 deputati (Elena Bonetti, Maria Elena Boschi, Francesco Bonifazi, Mauro Del Barba, Davide Faraone, Maria Chiara Gadda, Roberto Giachetti, Luigi Marattin, Ettore Rosato) e 5 senatori (Silvia Fregolent, Raffaella Paita, Matteo Renzi, Daniela Sbrollini, Ivan Scalfarotto).
La struttura del partito e la carta dei valori
Al vertice del partito ci sono due presidenti nazionali; anche a livello territoriale, ovvero per regioni, province ed agglomerati urbani vasti, sono generalmente nominati due coordinatori. Sia i coordinatori nazionali sia quelli regionali e territoriali sono una coppia maschio-femmina, per il principio di parità di genere. Il leader del partito, come detto, è Matteo Renzi, mentre i presidenti nazionali sono Teresa Bellanova ed Ettore Rosato.
È in occasione della Leopolda del 2019 che è stata presentata la carta dei valori del partito che, tra i punti principali inseriti nel documento, è guidato da:
- il puntuale riferimento alla Costituzione repubblicana e antifascista, alla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea e alla Dichiarazione universale dei diritti umani;
- l'impegno per una formazione permanente, considerata strumento indispensabile di mobilità sociale;
- la riaffermazione del principio della parità di genere;
- la centralità delle politiche occupazionali, sia per il settore pubblico sia privato;
- la necessità di rilanciare una convinta globalizzazione, stigmatizzando ogni forma di protezionismo;
- il contrasto a ogni forma di criminalità, degrado, mafia e terrorismo;
- un'integrazione politica ed economica europea maggiormente incisiva: elezione diretta del Presidente della Commissione europea, liste transnazionali;
- l'opposizione al nazionalismo, al populismo e al sovranismo.
Le idee e la collocazione in Europa
Guardando alle idee che hanno spinto alla nascita di Italia Viliva, i riferimenti ideali sono ravvisabili nei moderni concetti della Terza via, nel solco delle esperienze riformatrici di J.F. Kennedy, Bill Clinton, Tony Blair e Barack Obama e nelle tesi sul liberalismo. Renzi ha descritto il suo partito come una "casa giovane, innovativa e femminista, dove vengono lanciate nuove idee per l'Italia e l'Europa".
In politica estera prevalgono significative posizioni europeiste e atlantiste.