Ilenia Fabbri
Tutto quello che c'è da sapere sulla storia dell’omicidio di Faenza: chi era llenia Fabbri, la donna uccisa dal killer pagato dall’ex marito
Quello di Ilenia Fabbri è un caso di femminicidio avvenuto a Faenza il 6 febbraio 2021. La donna è stata ammazzata a casa sua da un sicario ingaggiato dall’ex marito. I due uomini sono stati condannati all’ergastolo nel febbraio 2022. L’ex però scarica tutta la responsabilità sull’uomo da lui assoldato il quale, a suo dire, avrebbe dovuto spaventare la donna, ma la situazione gli sarebbe sfuggita di mano. Entrambi hanno presentato richiesta di appello.
Chi era Ilenia Fabbri
Ilenia Fabbri nasce nel settembre del 1974. A vent’anni incontra un ragazzo di nove anni più grande di lei di nome Claudio e se ne innamora. Qualche anno più tardi i due si sposano. Dall’unione fra Ilenia Fabbri e Claudio Nanni nasce la loro unica figlia, Arianna.
La vita di Ilenia scorre tranquilla per diversi anni: trova prima lavoro in una palestra nel rione Borgo Durbecco di Faenza e poi come segretaria nell’autofficina del marito.
Dopo un po' di tempo, però, l’armonia della vita matrimoniale si incrina e Ilenia e Claudio Nanni si lasciano. La loro non è una separazione pacifica: i due finiscono in tribunale e il fatto che abbiano lavorato insieme complica le cose.
Nella causa di separazione Ilenia ottiene la casa coniugale di via Corbara del valore di 300mila euro e in più chiede una somma cospicua, circa 500mila euro, a titolo di ristoro per le sue prestazioni professionali durante gli anni di lavoro in officina e per la vendita, avvenuta a sua insaputa, della gelateria di famiglia.
Mentre la causa procede, Ilenia cerca di trovare un nuovo equilibrio: fa nuove amicizie, coltiva i suoi interessi e vive con la figlia Arianna che ha 21 anni. In più ha un nuovo lavoro in una concessionaria di Imola e ha iniziato un nuovo rapporto sentimentale con un’altra persona, un artigiano di nome Stefano.
Chi la conosce la descrive come una donna solare, positiva, estroversa e amante dello sport e delle gite.
L’omicidio di Ilenia Fabbri
Prima dell’alba del 6 febbraio a casa Fabbri c’è già movimento: alle 5:57 sul cellulare di Arianna arriva il messaggio del padre. L’uomo la sta aspettando sotto casa. I due hanno appuntamento per andare a Milano a ritirare un’auto usata che il padre ha insistentemente voluto comprare alla figlia.
Arianna scende e i due si mettono in viaggio. Pochi minuti dopo i vicini di casa sentono le urla di una donna, ma non danno importanza alla cosa pensando a una lite.
Alle 6.06 il telefono di Arianna squilla: è la sua fidanzata, rimasta a dormire dalla sera prima per festeggiare il loro anniversario. La ragazza è agitata perché ha sentito trambusto in casa seguito dalle urla di Ilenia: “Basta, ti prego! Smettila!”
La fidanzata di Arianna esce dalla camera da letto e vede Ilenia correre giù per le scale inseguita da qualcuno.
Ilenia Fabbri muore a 46 anni con la gola squarciata alle prime luci dell’alba del 6 febbraio 2021.
Perché è stata uccisa Ilenia Fabbri
Poco prima della tragedia, una telecamera di sorveglianza in una strada vicina ha ripreso la sagoma di un uomo aggirarsi per le vie del Borgo. La descrizione di quella figura combacia col resoconto fornito dalla fidanzata di Arianna.
Gli inquirenti esaminano testimonianze, video, tracce biologiche e svolgono tutte le indagini del caso. La polizia sospetta che quello di Nanni sia solo un alibi costruito a tavolino per sviare i sospetti dalla sua persona.
Nel giro di poco tempo il cerchio si stringe attorno a due uomini: il 55enne ex marito Claudio Nanni e Pierluigi Barbieri, un 54enne nato a Cervia e domiciliato nel Reggiano conosciuto da tutti come ‘lo zingaro’. Nanni è indicato dagli investigatori come mandante, mentre Barbieri sarebbe l’esecutore materiale.
Le indagini non durano molto: il 17 marzo 2021 durante un interrogatorio in questura Barbieri confessa tutto e dà la sua versione dei fatti secondo la quale sarebbe stato ingaggiato da Nanni per uccidere l’ex moglie Ilenia in cambio di 20mila euro e di un’auto usata da ricevere a lavoro compiuto.
Inizia il processo di fronte alla corte d’assise del tribunale di Ravenna e i due uomini forniscono due versioni differenti: l’ex marito Claudio Nanni sostiene di avere ingaggiato Pierluigi Barbieri al fine di intimorire l’ex moglie così da farla desistere dalle sue richieste economiche in sede di divorzio. Quest’ultimo però ribadisce la sua versione dei fatti: il mandante dell’omicidio, sostiene, è Nanni. Entrambi sono sotto processo per concorso in omicidio pluriaggravato.
Durante tutto l’iter giudiziario la confessione dell’esecutore materiale arriva tre volte: la prima volta durante l’interrogatorio di garanzia innanzi al gip, la seconda nell’interrogatorio della procura in questura e la terza volta in corte d’assise. Barbieri confessa di essersi introdotto a casa di Ilenia Fabbri e di avere provato a soffocarla. Poi, non riuscendoci, le ha tagliato la gola con un coltello.
Nanni invece insiste sulle sue posizioni: la sua versione è che Barbieri avrebbe ricevuto da lui solo 2mila euro, una copia delle chiavi della casa di Ilenia e l’indicazione di spaventarla.
Per i pm il quadro accusatorio è chiaro: il movente è di tipo economico ed è legato alla tormentata separazione fra i coniugi. L’udienza di separazione si sarebbe dovuta tenere il 26 febbraio, venti giorni dopo l’omicidio.
La sentenza di primo grado arriva il 28 febbraio 2022: Claudio Nanni e Pierluigi Barbieri sono entrambi condannati all’ergastolo per l’omicidio di Ilenia Fabbri.
Le motivazioni della sentenza escono sessantacinque giorni dopo e riportano particolari macabri e drammatici. I giudici scrivono che Ilenia era consapevole del pericolo che incombeva sulla sua vita.
Ilenia, scrivono le toghe, “conosceva il marito talmente bene da percepire lucidamente la situazione di pericolo in cui si trovava”. L’ex, diceva la donna agli amici, avrebbe trovato “uno con pochi soldi" per ucciderla. “Non si sporcherà neanche le mani”, si sfogava.
Nelle motivazioni si spiega anche il perché del rifiuto alla richiesta di perizia psichiatrica avanzata dai difensori di Barbieri. L’uomo, scrivono i giudici, era “pienamente in grado di rendersi conto di ciò che faceva e di desistere da ciò che faceva”. Era dunque “assolutamente lucido”.
Arianna Nanni, tramite il suo legale, ha chiesto un risarcimento di 2 milioni di euro a entrambi i condannati.
Sulla vicenda non è ancora stata scritta l’ultima parola. Si attende infatti che il processo riprenda in corte d’assise d’appello di Bologna per il secondo grado di giudizio.