Svolta nell'omicidio Francesco Marando a Bovalino: fermati i figli, uno è minorenne. Chi l'ha ucciso e perché
Due fratelli sono stati arrestati per l'omicidio del padre Francesco Marando, ucciso a colpi di pistola a Bovalino
Svolta nelle indagini sulla morte di Francesco Marando, 54enne trovato cadavere lo scorso 11 gennaio a Bovalino, in provincia di Reggio Calabria. Due figli della vittima, di cui uno minorenne, sono stati fermati dai carabinieri con l’accusa di aver ucciso il padre. L’omicidio sarebbe avvenuto al culmine di una lite.
- Omicidio Francesco Marando, fermati i figli
- La ricostruzione: ucciso a Bovalino dopo una lite
- Le indagini
Omicidio Francesco Marando, fermati i figli
Come riporta Ansa, oggi lunedì 20 gennaio i carabinieri hanno arrestato due fratelli con l’accusa di aver ucciso il padre, Francesco Marando.
I due, uno dei quali minorenne, sono accusati di omicidio, occultamento di cadavere e porto abusivo di armi.
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Secondo quanto ricostruito, avrebbero ucciso il padre a colpi di pistola al culmine di una lite per dissidi familiari a Bovalino, in provincia di Reggio Calabria.
La ricostruzione: ucciso a Bovalino dopo una lite
Originario di San Luca, Francesco Marando, 54 anni, era un ex commerciante che gestiva un ristorante a conduzione familiare. È stato trovato morto lo scorso 11 gennaio in uno stabile alla periferia di Bovalino, nella Locride.
Secondo quanto ricostruito dai carabinieri, coordinati dalla Procura di Locri e dalla Procura dei minori di Reggio Calabria, l’uomo sarebbe stato ucciso a colpi di pistola al culmine di un’accesa lite nata da dissidi familiari di lunga data.
A sparare sarebbe stato il figlio maggiore della vittima: il giovane avrebbe esploso alcuni colpi con una pistola calibro 38, uccidendo sul colpo il padre.
Assieme al fratello avrebbe poi nascosto il corpo del genitore e fatto sparire l’arma del delitto.
Come riporta Adnkronos, il cadavere dell’uomo è stato rinvenuto soltanto il giorno successivo, in un locale seminterrato dell’abitazione di Bovalino, in seguito alla tardiva richiesta di soccorso da parte dei familiari.
Le indagini
Gli inquirenti sono riusciti a ricostruire quanto accaduto anche grazie ai filmati dei sistemi di videosorveglianza e alle dichiarazioni del figlio maggiore, che si è presentato spontaneamente in caserma accompagnato dai suoi legali.
Durante l’interrogatorio il giovane ha confessato e ha indicato il luogo in cui avevano abbandonato l’arma del delitto.
La pistola è stata trovata in un’area isolata del comune di Ardore, all’interno di un sacco che conteneva anche bossoli e diverse munizioni.
Nei giorni scorsi i carabinieri avevano anche ritrovato l’auto di Marando, nascosta in una zona di campagna alla periferia di Bovalino.
