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Susanna Recchia potrebbe aver sedato la figlia piccola prima di gettarsi nel fiume Piave

Susanna Recchia ha sedato la figlia prima di gettarsi nel Piave? L'ipotesi e gli esami disposti sui corpi delle vittime

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Nella tragica fine di Susanna Recchia e della piccola figlia potrebbero aprirsi nuovi scenari. Secondo un’ipotesi dell’ultima ora di martedì 17 settembre la donna potrebbe aver sedato la bambina prima di gettarsi insieme a lei nelle acque del Piave. Per questo motivo sul corpo delle vittime è stato disposto un esame esterno. A stimolare l’ipotesi è il dettaglio dei farmaci antiepilettici che la donna ha portato con sé il giorno in cui si è allontanata dalla sua casa di Miane.

Susanna Recchia potrebbe aver sedato la bambina

Quando venerdì 13 Susanna Recchia si è allontanata da casa insieme alla figlia Mia, il padre della piccola Mirko De Osti s

Dall’abitazione, infatti, mancavano i farmaci che venivano somministrati a Mia per curare l’epilessia. Per questo motivo gli inquirenti vogliono fare chiarezza.

susanna recchiaFonte foto: ANSA
Le forze dell’ordine nei pressi del luogo del ritrovamento dei corpi senza vita di Susanna Recchia e di sua figlia Mia, rinvenute su un isolotto del fiume Piave domenica 15 settembre

Secondo un’ipotesi riportata dal Corriere della sera, Susanna Recchia potrebbe aver sedato la piccola Mia prima di gettarsi nelle acque gelide del fiume Piave. In questo modo avrebbe reso meno spaventosa la morte della figlia. Nella peggiore delle ipotesi, la donna potrebbe averla uccisa prima di uccidersi a sua volta.

I due corpi sono stati trovati abbracciati lunedì 16 settembre su un isolotto del fiume Piave nei pressi del ponte di Vidor. Per stabilire se alla piccola siano stati somministrati i farmaci prima della morte saranno necessari degli approfondimenti.

L’esame esterno

Come riporta Repubblica, lunedì 16 settembre la Procura della Repubblica ha nominato un medico legale incaricato di eseguire un esame esterno sui corpi delle vittime. L’esame potrà chiarire se Mia sia stata sedata prima di morire.

In caso di esito positivo, il pubblico ministero Barbara Sabbatini disporrà un ulteriore esame più approfondito. L’arrivo dei referti potrebbe richiedere dei giorni.

La morte di Susanna Recchia e della figlia Mia

Venerdì 13 settembre Susanna Recchia ha inviato un messaggio all’ex compagno per dirgli che lo attendeva per l’indomani alle 8 per passare a prendere la bambina. La mattina successiva l’uomo ha raggiunto l’abitazione della donna a Miane, ma in casa non ha trovato l’ex compagna né sua figlia. Rinvenuto il biglietto d’addio, Mirko De Osti ha chiamato i carabinieri.

Alle 18 di sabato 14 settembre a Covolo di Pederobba, frazione di Cozzuolo, gli inquirenti hanno rinvenuto la Volkswagen Tiguan bianca della donna. L’auto si trovava nei pressi del ponte Vidor. L’indomani, domenica 15 settembre, i corpi di Susanna Recchia e sua figlia Mia sono stati trovati abbracciati su un isolotto del Piave.

Secondo i rilievi, la donna non si sarebbe lanciata dal ponte di Vidor, bensì si sarebbe adagiata sulle acque da riva e si sarebbe lasciata trascinare dalla corrente insieme alla piccola. I cani molecolari si sono soffermati sul punto in cui Susanna Recchia potrebbe essersi lasciata andare con la figlia in braccio. Secondo gli inquirenti, la donna stava affrontando un periodo di forte disagio emotivo a seguito della separazione dall’ex compagno.

recchia-susanna Fonte foto: ANSA
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