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Super Green pass solo per vaccinati "non dà sicurezza al 100%": la soluzione dell'esperto Massimo Andreoni

L'infettivologo Massimo Andreoni, presidente della Simit, ha proposto di monitorare il tempo trascorso dopo le varie dosi del vaccino contro il Covid

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

Il Governo pensa a una nuova stretta con l’introduzione del Super Green pass, valido solo per chi si sottopone al vaccino anti Covid o guarisce dalla malattia. La misura escluderebbe dalla vita sociale e dal mondo del lavoro, almeno per alcune categorie per cui potrebbe essere introdotto o confermato un vero e proprio obbligo vaccinale, chi decide di non sottoporsi all’iniezione contro il Sars-Cov-2.

Il mondo della scienza ha sottolineato a più riprese l’importanza di rafforzare le misure per contenere la diffusione del coronavirus e l’aumento dei contagi a cui stiamo assistendo. Ma alcuni medici hanno fatto riflessioni più approfondite sull’effettiva efficacia di un Super Green pass.

Perché il Super Green pass non sarebbe una garanzia contro il Covid

Seguire la regola delle 2 G, rilasciando il certificato solo a vaccinati e guariti, presenterebbe delle criticità. Lo ha dichiarato Massimo Andreoni, primario di Infettivologia del Policlinico di Tor Vergata a Roma e direttore scientifico della Società italiana di Malattie infettive e tropicali, la Simit.

Il medico ha spiegato ad Adnkronos che il Super Green pass “non dà una sicurezza al 100%” perché “c’è una piccola possibilità che il vaccinato e il guarito possano trasmettere il virus, anche se sicuramente per poco tempo e con carica virale bassa”.

Super Green pass “graduale”: la proposta del professor Massimo Andreoni

La soluzione potrebbe essere quella di differenziare ulteriormente la certificazione anche per i vaccinati e i guariti. “Occorre tenere presente che esiste una gradualità nella sicurezza che può dare aver fatto il vaccino, la terza dose o essere guariti dal Covid”.

“Se il Green pass viene rilasciato entro 3 mesi da queste tre possibilità è un conto, a 6 mesi un altro perché inizia già una riduzione del titolo degli anticorpi, e dopo i 6 mesi questo dato si riduce ancora di più. Quindi mi pare necessario calcolare bene la tempistica sia delle vaccinazioni sia della malattia naturale, in ottica del certificato verde”, ha sottolineato.

Lockdwon selettivo per chi non è vaccinato: Massimo Andreoni favorevole

“Ma al di là del Green pass, mi pare evidente che dobbiamo assolutamente mantenere le misure che già conosciamo bene”. E dunque “la mascherina indossata al chiuso e all’aperto se ci sono assembramenti, la distanza e l’igiene delle mani”.

Per il dottor Massimo Andreoni, “se l’andamento epidemiologico dovesse peggiorare”, e se l’epidemia, “soprattutto in termini di ospedalizzazioni e ricoveri in terapia intensiva, dovesse andare fuori controllo, credo che si dovrà arrivare a delle restrizioni sempre più stringenti”.

L’esperto si è schierato a favore di “un lockdown selettivo per chi non è vaccinato”, come sta avvenendo in altri Paesi europei per fare fronte alla quarta ondata di Covid. “Quando c’è una estrema difficoltà di contenimento dei contagi, è inevitabile arrivare a delle decisioni più stringenti“, ha concluso.

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