Suicidio di una donna nel carcere di Torino, accusata di violenza sessuale ripetuta su un uomo a Cogne
Suicidio di una donna in carcere a Torino: era accusata con il marito di violenza sessuale su un uomo di Cogne
Suicidio in carcere. Una donna si è tolta la vita nella struttura penitenziaria di Torino. Era accusata, insieme al marito, di violenza sessuale ripetuta su un uomo di Cogne, padrone di casa dell’abitazione nella quale i due abitavano.
- Suicidio di una donna in carcere a Torino
- Le accuse di violenza sessuale su un uomo di Cogne
- I suicidi nelle carceri italiane
Suicidio di una donna in carcere a Torino
Una donna di 64 anni si è suicidata nel carcere di Torino, mentre si trovava in custodia cautelare, quindi in attesa del processo. Il suo avvocato, Massimiliano Bellini, aveva più volte segnalato l’inadeguatezza della misura.
“La tragica notizia di un detenuto suicida in attesa di giudizio mette in luce l’ingiustizia e la disumanità della custodia cautelare preventiva. Privare una persona della libertà senza una condanna definitiva non solo mina la presunzione di innocenza, ma può anche infliggere sofferenze psicologiche insopportabili” ha dichiarato l’avvocato.
Cogne, dove abitava la donna
“È un monito doloroso sull’importanza di riformare il sistema giudiziario per garantire che i diritti umani siano sempre rispettati e che la custodia cautelare sia usata solo come ultima risorsa” ha concluso il legale.
Le accuse di violenza sessuale su un uomo di Cogne
La donna morta suicida nel carcere di Torino era accusata, assieme al marito, di aver violentato più volte un uomo di 65 anni a Cogne, cittadina della Val d’Aosta, proprietario della casa dove i due abitavano in affitto.
La donna era stata arrestata insieme al marito e posta in stato di custodia cautelare in carcere, misura che solitamente si riserva agli imputati quando c’è rischio di fuga o di inquinamento di prove.
L’utilizzo estensivo della custodia cautelare in carcere è un tema anche nella riforma della giustizia promossa dal ministro Nordio, che prevede l’interrogatorio degli imputati prima della decisione sull’eventuale carcerazione.
I suicidi nelle carceri italiane
La situazione delle carceri italiane continua a essere problematica e i suicidi all’interno delle strutture penitenziarie sono sempre più comuni. Dall’inizio del 2024 la frequenza di questi eventi è aumentata.
Nei primi mesi del 2024, stando ai dati dell’associazione Antigone, sono morte 30 persone in custodia dello Stato, con una cadenza di una ogni poco più di 3 giorni. Una media in linea rispetto agli anni precedenti.
L’anno record è stato il 2022, con 85 suicidi, uno ogni 4,3 giorni, mentre ne 2023 il dato era leggermente migliorato facendo registrare 70 suicidi, uno ogni 5,2 giorni. Se la situazione non dovesse migliorare, quest’anno potrebbero morire più di 100 detenuti.