Stupro di gruppo a Palermo, pm chiedono 12 anni per i 5 maggiorenni: l'accusa dell'avvocato della vittima
La Procura chiede pene fino a 12 anni per i giovani accusati dello stupro di gruppo di Palermo: secondo l'avvocata della vittima non c'è stato pentimento
Sono state richieste condanne pesanti per i sei imputati coinvolti nello stupro di gruppo avvenuto a Palermo nel luglio 2023. La Procura ha chiesto pene fino a 12 anni per cinque dei giovani accusati di aver abusato a turno di una ragazza, allora 19enne, in un cantiere abbandonato al Foro Italico. Per il sesto imputato, Samuele La Grassa, la condanna richiesta è stata di 10 anni e otto mesi, in considerazione della condotta processuale tenuta. Un settimo ragazzo, minorenne all’epoca dei fatti, è già stato condannato a 8 anni e 8 mesi.
- Stupro di gruppo a Palermo, la posizione degli imputati
- I pm chiedono pene fino a 12 anni
- L'avvocata della vittima e il mancato pentimento
Stupro di gruppo a Palermo, la posizione degli imputati
La vicenda è venuta alla luce grazie alla denuncia della stessa vittima, che dopo essere stata fatta ubriacare è stata condotta nel cantiere dagli imputati, dove è stata violentata e filmata.
Il maggiore del gruppo, Angelo Flores, ha ripreso tutto con il cellulare.
La manifestazione del 26 agosto 2023 a Palermo in solidarietà della vittima dello stupro di gruppo avvenuto nel capoluogo siciliano il mese precedente
Gli imputati hanno sempre sostenuto che si trattasse di rapporti consensuali, ma questa versione è stata smentita dalle dichiarazioni della vittima, dalle immagini video e dalle intercettazioni disposte dagli inquirenti.
La giovane, infatti, è stata più volte ripresa mentre chiedeva ai ragazzi di fermarsi.
I pm chiedono pene fino a 12 anni
Nonostante il processo si stia svolgendo con rito abbreviato, che prevede uno sconto di un terzo della pena, le richieste avanzate dalla Procura sono state severe (fino a 12 anni), sottolineando la gravità dei reati commessi.
Ora si attende la sentenza definitiva, prevista per metà ottobre, dopo le repliche delle difese.
Durante l’ultima udienza, uno degli imputati, Christian Maronia, ha letto una lettera di scuse rivolta alla madre, alla sorella e alla fidanzata, senza menzionare minimamente la vittima.
L’avvocata della vittima e il mancato pentimento
“È una lettera kamikaze“, ha commentato l’avvocata della ragazza, Carla Garofalo, sottolineando come nessuno dei giovani abbia mostrato pentimento verso la vittima stessa.
“Sono reati che prevedono condanne molto pesanti, ma chi sbaglia paga“, ha concluso la legale, esprimendo amarezza per l’assenza di un sincero rimorso da parte degli accusati.