Studio medico in casa e iniezioni a 150€ l’una, ma era un operaio: arrestato un indiano a Brescia
Arrestato a Leno un operaio indiano che, senza alcun titolo, si era aperto in casa uno studio medico. Sequestrate oltre 200 confezioni di medicinali
Visite in casa e a domicilio, prescrizioni mediche, iniezioni a 150€ l’una. Sembrava uno studio medico, ma in realtà il “professionista” era un operaio di origine indiana.
Che dopo la denuncia presentata da un connazionale è stato arrestato dai Carabinieri del NAS di Brescia. Lui però nega ogni accusa.
L’arresto e il sequestro
Quando i NAS hanno perquisito la sua casa di Leno, in provincia di Brescia, hanno sequestrato oltre 200 confezioni di medicinali, molti dei quali non autorizzati dall’Agenzia Italiana del Farmaco a poter essere utilizzati in Italia.
Carabinieri del reparto NAS
Oltre ai farmaci, i carabinieri hanno trovato anche strumenti di lavoro tipici del medico come stetoscopio, otoscopio, misuratori di pressione, deflussori per flebo, siringhe ed aghi di diversa conformazione.
L’uomo è stato denunciato per esercizio abusivo di professione e per importazione illecita di farmaci, ma lui respinge tutte le accuse.
La segnalazione di un paziente
Le indagini sono iniziate pochi mesi fa, quando un connazionale dell’operaio ha sporto denuncia ai carabinieri di Brescia.
All’uomo, che soffriva di una malattia della pelle, era stato consigliato di farsi visitare dal “medico” di Leno, considerato esperto ed affidabile.
L’operaio lo ha visitato e, senza condividere con il paziente alcuna considerazione e senza pronunciarsi sulla possibile patologia, gli ha “prescritto” tre iniezioni. Praticate da egli stesso, che iniettava nell’ignara vittima un mix di medicinali al modico prezzo di 150€ a siringa.
Una cura che abbastanza inutile, che ha spinto il povero paziente a rivolgersi a un vero dermatologo. Che lo ha propriamente curato, dandogli anche un motivo valido per poter segnalare il connazionale.
Le indagini e l’arresto
L’operaio era stato però sempre molto accorto. Aveva effettuato le iniezioni sempre a domicilio, e usava un recapito telefonico intestato a un’altra persona.
Grazie però all’esperienza di uno dei militari del reparto, si è comunque riusciti a risalire al finto medico.
L’operaio indiano infatti era già stato denunciato diversi anni fa per esercizio abusivo della professione. Quando il carabiniere ha visto la foto segnaletica, fare i conti è stato un gioco da ragazzi.
La perquisizione ha poi confermato ogni sospetto. Ora sarà il giudice a definire ogni dettaglio, ponendo fine alle finte e pericolose visite dell’operaio.