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Studentesse col niqab a scuola a Monfalcone, riconoscimento diventa un caso: ira PD, la risposta di Valditara

Una scuola di Monfalcone ha previsto il riconoscimento facciale per quattro studentesse che indossano il niqab. Sul caso infuria lo scontro politico

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Quattro studentesse di Monfalcone, in provincia di Gorizia in Friuli-Venezia Giulia, si recano a scuola ogni mattina velate da un niqab che lascia scoperti unicamente gli occhi. Le istituzioni scolastiche hanno imposto che le ragazze si mostrino a una docente al fine di poter accedere alle aule. E intanto monta la polemica politica.

Il caso niqab a Monfalcone

Le ragazze velate dell’Istituto Pertini di Monfalcone erano cinque, ma una si è ritirata. Ogni mattina, arrivate a scuola, sono attese in un’aula nella quale devono alzarsi il velo di fronte ad una professoressa che procede al riconoscimento facciale.

A Monfalcone varie forme di velo islamico fra le donne non sono una novità, dal momento che il 25% dei residenti è di religione islamica. Ma al Pertini le ragazze che indossano il velo integrale sono solo quattro.

niqab scuola monfalconeFonte foto: ANSA

Al Pertini si sono scontrate due istanze contrapposte: il riconoscimento facciale, obbligatorio per legge, e la spinta all’integrazione che passa anche attraverso l’istruzione. L’istituto ha dunque trovato questa opzione di compromesso.

“Imporre può indurre le ragazze a lasciare la scuola, mentre l’istituzione raggiunge il suo scopo quando l’allievo consegue i cinque anni di studio”, ragiona la preside Carmela Piraino citata dal Corriere della Sera.

Lega contro il velo a scuola

L’ex sindaca leghista di Monfalcone, Anna Maria Cisint, che oggi siede all’Europarlamento, e il gruppo regionale della Lega hanno annunciato unalegge regionale per vietare il niqab nei luoghi pubblici.

“È inaccettabile che una scuola sia costretta ad adattare i propri regolamenti per sottostare a culture in compatibili con i nostri valori. Avanti con la proposta della Lega”, tuona Matteo Salvini.

La proposta di legge prevede due anni di reclusione e la privazione del diritto alla cittadinanza per chiunque indossi niqab e burqa nei luoghi pubblici.

La posizione del PD sul velo a scuola

Il niqab è “un ostacolo al processo di integrazione, perché si mette in discussione il ruolo della donna e, a scuola, il lavoro dei docenti”, è la posizione espressa da Diego Moretti, capogruppo dem in Friuli Venezia Giulia.

In Lombardia invece, in Consiglio regionale, una mozione del PD argomenta che “nessuno può imporre alle donne come vestirsi, sia esso Stato, Regione, famiglia, singoli individui o altro, riaffermando la centralità dei diritti delle donne e della loro autodeterminazione”. La questione, dunque, è riservata unicamente alle ragazze che devono essere lasciate libere di velarsi o svelarsi a loro piacimento.

La posizione di Valditara

La dirigente dell’ufficio scolastico regionale del Friuli-Venezia Giulia, Daniela Beltrame, ha chiesto indicazioni al ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara.

Valditara ha immediatamente passato la palla alla politica, affinché produca una legge che riveda la normativa vigente.

“La scuola deve essere un luogo di vera integrazione, di relazioni umane solide e trasparenti, di valorizzazione della dignità della persona, un luogo in cui ragazze e ragazzi siano liberi di crescere armoniosamente”, ha dichiarato Valditara condividendo il messaggio del Garante per l’Infanzia, Marina Terragni.

“Non si deve caricare la scuola di responsabilità che non le competono. Senza una legge che riveda la normativa vigente non si può chiedere a dirigenti scolastici e docenti più di quanto ha fatto la preside della scuola di Monfalcone”, ha aggiunto.

niqab scuola monfalcone Fonte foto: ANSA
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