Stretta sulle scuole-diplomifici alla vigilia della Maturità 2024, 47 nei guai: dove sono e cosa rischiano
Ispezionate 70 scuole paritarie in tre regioni: sono diplomifici, 47 perderanno l’abilitazione ma non per la Maturità 2024
A poche ore dalla Maturità 2024, si conclude l’ispezione del ministero dell’Istruzione e del merito in merito all’adeguatezza di 70 scuole paritarie italiane. Dall’ispezione sono emersi insegnanti senza abilitazione, aule insufficienti ad accogliere il numero di iscritti e quasi il 90% di studenti residenti in un’altra regione. Per 47 degli istituti, considerati diplomifici, è stata chiesa la revoca della parità: non potranno più rilasciare diplomi con valore legale.
- Il fenomeno dei diplomifici in Italia
- Materie depennate e docenti non abilitati
- 47 scuole perderanno la parità dopo la Maturità 2024
- Un ddl contro i diplomifici
Il fenomeno dei diplomifici in Italia
Si indicano come diplomifici quegli istituti scolastici dove prendere il cosiddetto “pezzo di carta” è anormalmente facile.
In seguito alla denuncia pubblicata dal portale specialistico Tuttoscuola, il ministero dell’Istruzione e del merito ha avviato un’ispezione su 70 scuole paritarie in Campania, Lazio e Sicilia.
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Le scuole sono state scelte in base al numero di iscritti registrati nelle classi terminali, significativamente superiore a quello esiguo degli alunni iscritti alle classi iniziali. Fino al 166% di alunni in più dalla quarta alla quinta.
Le scuole private, a differenza di quelle pubbliche, non sono infatti tenute a attivare un numero di classi e indirizzi sulla base del numero di iscritti, ma possono moltiplicare liberamente il numero di classi quinte accogliendo più studenti.
Così, ogni anno, in vista dell’esame di Stato, si registra un boom di iscritti residenti fuori regione (fino al 90%), dei quali non è dichiarato un domicilio abbastanza vicino all’istituto da garantire la regolare frequenza scolastica.
Materie depennate e docenti non abilitati
L’indagine, partita 8 mesi fa e conclusasi nelle ultime ore, del ministero – con il contributo della Guardia di Finanza e della Procura della Repubblica – ha svelato numerose e gravi irregolarità.
Gli istituti sotto esame presentano più iscritti che banchi e un numero di aule e arredi insufficienti ad accogliere tutti gli studenti che risultano iscritti.
Mancano i laboratori negli istituti di indirizzo specifico: niente fattoria per gli istituti tecnici agrari, niente cucina né derrate alimentari negli alberghieri ed enogastronomici.
Gli ispettori hanno rilevato “il mancato rispetto dei quadri orari delle discipline degli indirizzi di studio e in alcuni casi eliminazione totale di alcune materie”. Ancora, “assenza del curricolo di educazione civica”.
Molti degli insegnati sono risultati privi di abilitazione e persino del titolo di accesso per l’insegnamento delle discipline.
Il numero di ore di servizio indicato nei contratti individuali di lavoro è difforme alle prestazioni lavorative risultanti dai documenti di assegnazione alle classi.
E le lacune e le incongruenze dei registri cartacei ed elettronici minano infine la veridicità di quanto attestato e la possibilità di un controllo puntuale.
47 scuole perderanno la parità dopo la Maturità 2024
Sono 47, in totale, gli istituti secondari di secondo grado per cui è stata avviata la procedura per la revoca della parità, e la possibilità dunque di conferire diplomi dal valore legale.
15 di questi istituti si trovano nel Lazio, altrettanti in Sicilia, ben 40 in Campania, la regione più colpita del fenomeno dei diplomifici.
In Campania, i maturandi delle scuole paritarie rappresentano il 30% del totale (la media italiana non supera il 7%).
Record per la provincia di Salerno che, così come emerso dall’analisi di Tuttoscuola, conta il 5% degli iscritti al quarto anno contro un 40% di alunni della classe finale.
Il numero di diplomati in una scuola paritaria, lo scorso, ha superato i 56mila e, riporta ancora Tuttoscuola, quest’anno saranno almeno in 10mila a spostarsi per prendere il diploma in Campania.
Un ddl contro i diplomifici
Nell’ambito del disegno di legge Semplificazioni, è stato presentato in Consiglio dei ministri, un ddl che prevede misure volte a contrastare le irregolarità.
Si parla di uno stop dell’accorpamento di più di due anni in uno, dell’obbligo di registro elettronico e di un limite alle classi collaterali.
Il ddl, pronto per essere presentato alle Camere, così come previsto dal PNRR, sarà approvato entro la fine del 2024.
Le nuove regole non entreranno dunque in vigore se non prima dell’anno scolastico 2025-2026.
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